Tu vuoi un tavolino di plastica con l’ombrellone a strisce verdi nel centro,
qualcuno che ti chiami col nome per intero,
ti dica Bentornato a casa.
E ora l’ombrellone e il tavolino sono al centro della sala
che c’è bisogno di ricordarsi dell’estate
quando la pioggia decide il tuo autunno.
L’omiletico ritmo della goccia
sciupa l’ottimismo da depliant turistico.
Così io voglio un dentro delle vacanze,
l’illusione bianca e verde.
Con la vita ci si spella le dita a grattare la crosta d’eternità.
Scoprire, poi, che sotto c’è solo altra eternità.
Il trucco si vede e questo è l’inganno.
Il futuro è un mimo con molto humor,
il passato un mendicante con troppe pretese.
Sarebbe tutto molto poco necessario
se non fosse stabilito il nostro punto sull’ologramma universale.
Al Cristo fosforescente sul muro diciamo il segreto dell’essere incapaci.
Immagine tratta dal web
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