Sento svanire
il rumore caotico
di giorni disperati,
in ricordi di vette e vallate
levigate da carta vetrata,
trasformate in infinita
monotona pianura.
Come visitatore indesiderato,
focalizzo scintille
di singhiozzi soffocati,
sibilo di gatto arrabbiato.
Nell’ isolamento autoimposto
il ciclo si rinnova,
in strade allagate
di effervescenza,
mutando domande dissolte
in risposte,
punti di appoggio
a cui aggrapparsi.
Il segno del tempo
lascia tracce ancora fresche,
ombre nel cuore
da fuoco interiore disciolte,
teoria di dubbio
divenuta certezza.
E’ difficile
vivere l’ottimismo,
restare in equilibrio
sul filo della vita,
dichiararle amore.
Ma la forza ha successo,
sopravvive sotto
strati di cenere,
lotta per esistere.
Guardo intensamente
valanghe interiori
rotolare in speranza,
trasformarsi in pupazzi di neve,
mano tesa
a scompigliare capelli.
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