A proposito della strage di Viareggio

DI GIOVANNI BOGANI

A me questa cosa che della strage di Viareggio non è colpa di nessuno non riesce a andare giù.

Qualcuno ha risparmiato sulla sicurezza. Qualcuno ha risparmiato sulla sicurezza, erodendo i margini di controllo fino a che qualcosa non è successo.

Poteva succedere dieci settimane prima o dieci giorni dopo, cento chilometri più a sud o più a nord. E in quelle case, bruciati vivi, potevamo esserci noi. O dei nostri amici.

Ci sono famiglie che sono state cancellate. E persone sopravvissute, con ferite sulla pelle, che non possono vedere il sole da anni. E altre che hanno ferite ancora più tremende, perché hanno perso i loro cari, figli, mogli, genitori.

E non è colpa di nessuno.

Io me lo ricordo, il momento in cui a questo stesso tavolo vidi la pagina di repubblica.it con la notizia che a Viareggio c’era stato un incendio spaventoso vicino alla ferrovia.

A pochi metri dalla casetta del mare dove i miei genitori avevano passato i giorni forse più belli della loro vita. Ricordo lo stupore: come, un incidente a un treno e vanno in fiamme le case verso il monte?

E ricordo come, pochi mesi prima, avevo intervistato Dante De Angelis, ferroviere licenziato dalle ferrovie perché da tempo diceva che la sicurezza sui treni era sacrificata in nome del profitto, ed era caduta a livelli insostenibili. Diceva che i treni merci in Italia erano carrette ambulanti.

E poi la tragedia.

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