A Cortina d’Ampezzo l’arte della filigrana

DI LILIA BOLZONELLA

Presso il Museo Etnografico di Cortina d’Ampezzo si può visitare la mostra permanente di un’arte rimasta patrimonio di pochi e bravissimi filigranisti.

L’arte di lavorare l’argento per trarne fili sottili come capelli, richiede molta pazienza e abilità, si parte da una “pallina” d’argento per arrivare,utilizzando il calore e la manualità, ad un filo sottilissimo che poi verrà trasformato in fiore o altri oggetti.

Le donne ampezzane indossano un costume molto elegante e, anche se povere, riuscivano con ciò che avevano a “creare” il loro magnifico costume, nei tempi passati.



©® Copyright foto di Lilia Bolzonella

Costume ampezzano con cappello in feltro ornato da piume di struzzo

Costume ampezzano con spilla “pontapete” in filigrana

I lunghi capelli  delle donne, venivano divisi in due trecce ( anche oggi si fa così in occasione di sfilate con la banda o durante qualche festa particolare), che poi si fissavano dietro la testa intrecciandole e ornandole con gli splendidi “tremui” (perché posti su molle che ondeggiano ad ogni passo) di filigrana. Di solito sono i fiori di montagna la fonte ispiratrice per questi gioielli.

Sono rimasta così affascinata da questi piccoli capolavori che  ne ho comprato per me uno, si tratta di un “tremuo” con la stella alpina a decoro, che indosserò come spilla, su qualche giacca.

Una nota positiva e da non trascurare è la possibilità di accedere a questa mostra, anche per portatori di handicap o persone invalide, in quanto è servita da ascensore.

Una curiosità, da fare propria, per chi si trovasse in zona o per chi vi si debba recare in futuro.

Le donne della banda di Cortina con il costume tipico e i “tremui” tra i capelli.

©® Copyright per tutte le fotografie contenute in questo articolo, autore Lilia Bolzonella

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