A Napoli, adesso, siamo più soli

DI EDOARDO BARRA

Diego Armando Maradona ci ha lasciati. Napoli, la sua città d’adozione è frastornata, incredula, persa dietro una notizia che sembra impossibile. Non c’è napoletano, di qualunque età che non conosca Diego. Si, perché lui qui era, è e sarà sempre e solo Diego.

Non c’è retorica, non c’è nulla di artefatto nel dolore che in queste ore si muove veloce  tra le strade e i vicoli di quello che è stato il palcoscenico suo più fedele. Le gesta sportive son passate di bocca in bocca come leggende nei tempi. Non si trattava di un cavaliere senza macchia e paura ma di un eroe vestito di azzurro che combatteva per tutti e il suo respiro era il respiro di tutti.

Ma Diego non era amato solo per il calcio. Lui era uno dei tanti e tanti si immedesimavano in lui. È stato la rivoluzione silenziosa della gente comune, dei perdenti da sempre, di quelli del colera, del terremoto, della gente che cercava di evadere dai soliti luoghi comuni. Diego era l’errore che ognuno, almeno una volta, commette ma  anche chi, da quell’errore, torna più forte di prima. I suoi riccioli, il suo sorriso sono il sorriso e i riccioli di una città che ha vissuto la rivalsa degli scugnizzi nelle giornate di Napoli.

Non c’è retorica in questo. Chi non ha vissuto quei giorni difficilmente può comprendere cosa potesse voler dire incontrarlo per strada, vederlo, potergli parlare. Perché lui era figlio del popolo e il popolo, sì il popolo, lo amava come un proprio figlio. Ed è stato un amore mai finito. Diego era Diego in qualunque parte del mondo si trovasse, qualsiasi cosa facesse. A distanza di anni da quei giorni in cui Napoli, e non solo quella sportiva, si tinse di tricolore nulla è cambiato verso quel figlio che aveva regalato un sogno e, soprattutto, aveva in qualche modo ridato l’orgoglio a una terra troppe volte violentata e vittima di interessi lontani. Lui, che veniva da lontano, si era rivelato più napoletano dei napoletani, più vero di un caffè nero, unico nel suo essere Diego.

Napoli piange. Non vi sono altre parole per spiegare quel che proviamo. Napoli piange al di là di ogni cosa e ogni logica. Napoli piange come poche volte nella sua storia. Napoli piange in silenzio, con gli occhi persi in un ricordo che pare ieri e in un orizzonte cambiato. Prima sapevamo che in qualche parte del mondo Diego aveva un sorriso, un momento, un pensiero che lo portava a noi e noi eravamo con lui.

Oggi, qui, siamo tutti più soli.

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