A PROPOSITO DELLO STIPENDIO DEL PRESIDENTE DELL’INPS

DI GERARDO D’AMICO

Mi sono meravigliato anche io dello stipendio del presidente dell’INPS, ma nel constatare che lo scorso presidente guadagnava 65 mila euro l’anno, praticamente 2500 euro netti al mese.
Uno stipendio ridicolo, per il massimo responsabile dell’Istituto di previdenza italiano.
Come per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, si creano le condizioni per far arrivare in quella posizione persone già ricche di loro, che non hanno bisogno di quello stipendio, e c’è da sperare che oltre allo spirito di servizio che diamo per scontato (…) non ci siano altre motivazioni perché una persona decida di abbandonare il proprio lavoro e dedicarsi alla politica o in questo caso a dirigere un grande ente avendo in cambio niente ( i partiti) o un riconoscimento economico non all’altezza di quelle responsabilità.
Creare le condizioni perché solo chi ha risorse personali possa partecipare alla vita politica o assumere una carica pubblica importante non solo non è democratico, non è neanche saggio: perché c’è chi potrebbe “arrotondare” in modo illecito, una volta conquistata una posizione istituzionale.
150 mila euro annui, sempre lordi, non sono una cifra spropositata, li guadagna qualunque medio dirigente: lo scandalo sta nella scelta di chi è chiamato a certe responsabilità, troppo spesso non all’altezza, e soprattutto il mancato intervento di chi quei dirigenti deve controllarli, licenziandoli se non raggiungono i risultati prefissati.

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