A un mese dal governo Draghi, in attesa di risposte concrete

di Edoardo Barra

È un mese da quando il Governo Draghi ha preso forma. Un periodo trascorso tra equilibrismi, vedi i sottosegretari, speranze e – sino adesso – senza eccessivi concreti riscontri di un cambio di passo se non nelle dichiarazioni e in quelle azioni difficili da non mettere in atto.

La pandemia ha ripreso a correre come non mai, il Paese è sempre più colorato di rosso e il senso di depressione che già stava alle soglie del sopportabile sta, lentamente, avvicinandosi al limite critico oltre il quale ogni dubbio sulle reazioni è legittimo. Il tutto condito da una spaventosa crisi politica, in particolare del M5S e del PD.

Il primo ha, di fatto, abiurato a tutte le premesse di partenza per puro amor di potere mentre quello che nacque dalle ceneri del PCI è rimasto schiacciato tra il tentativo di non apparire retrogrado nei confronti dei vessilli grillini, poi ammainati senza troppo ritegno, e quello di cercare di non farsi “inquinare” da posizioni troppo vicine al centrodestra.

In pratica, il partito a guida Zingaretti, è riuscito nella incredibile impresa, visti i partner del Conte II, a non esprimere in alcun modo un’originale e propria posizione politica. Questo ha prodotto i mille rivoli in cui si è ridotto al punto che, per evitare l’implosione totale, si è stati costretti a richiamare dal suo esilio dorato, un democristiano doc,  Letta Enrico. Si, proprio quello dello “stai sereno Enrico” di renziana memoria.

E il Centrodestra? La parte governativa è sempre più intenta a cesellare la propria nuova immagine. Da un lato una Lega che cerca di apparire sempre più a respiro nazionale e con aperture europeiste, in vista di un futuro governativo privo di zavorra Mattarelliana. Dall’altro Forza Italia, la vera vincitrice della partita che ha portato alla formazione di questo Governo, che cerca di risolvere la difficile equazione di un rinnovamento a trazione berlusconiana.

Vi è poi la destra della Meloni che differenziandosi dagli alleati, rimanendo ferma nelle proprie posizioni, rappresenta, di fatto, il paracadute del Centrodestra nei confronti di tutti gli elettori d’area che nulla hanno gradito l’avvento di Draghi.

Questa, in breve la situazione. Ah, già c’è il Paese. Per quello aspettiamo sempre che Super Mario riesca a quadrare il cerchio e conduca con decisione tutti noi fuori dal guado. Per ora si sta barcamenando tra un decisionismo condivisibile e un rischioso gioco delle parti il cui tavolo si presta a varie interpretazioni. La stessa compagine governativa, frutto di delicate alchimie, presenta al suo interno diversissimi punti di vista che al momento sembrano essere superati solo a parole.

Nel frattempo, la gente italica è allo stremo, persa nella furia pandemica e in una crisi economica-produttiva di immani dimensioni. Il rischio che si sta correndo è drammaticamente chiaro. Il malcontento disperato e strisciante che ormai stringe la gola del Paese o trova risposte immediate e concrete, a partire da una seria azione vaccinale, creando quella nuova speranza di cui tutti abbiamo bisogno oppure si trasformerà in un caos rabbioso dai risvolti imperscrutabili. Una sorta di incendio da cui scappare sarà impossibile.

da Orizzonte39

 

 

Mario Draghi

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