Balthus (Balthazar Klossowski de Rola), Ragazza e gatto

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Sfuggente, inafferrabile, elusivo e indefinibile. Balthazar Klossowski de Rola, detto Balthus, è tutto questo e molto altro.

Vittorio Sgarbi, il quale gli rimane profondamente legato dopo aver costruito la sua estetica di critico d’arte sul suo operato ma anche sulla sua persona, si rifiuta di ingabbiarlo nelle consuete definizioni di surrealismo figurativo volte a cercare di dare un senso ad un mistero.

Temperamento schivo e solitario, in grado di concedere socialità e popolarità quanto di rientrare frettolosamente in una dimensione di aristocratico contegno, Balthus rappresenta quell’enigma impossibile da decifrare, che nonostante alcuni legami piuttosto consolidati – ritrae André Derain e si lascia sorprendere in presumibile contatto con Salvador Dalí, a cui sovente, e audacemente, viene accostato – Balthus ispira ciò che viene definito il filone più figurativo del Surrealismo, tuttavia senza troppa convinzione né convenzione.

Una realtà inficiata dalla latente presenza di una subdola metafisica che trae i propri impulsi da una rutilante quotidianità in attesa di assurgere ad inquietante presenza.

Balthus offre e inganna, connotando le proprie tele di una strana ambiguità tesa a volgere e trasformare anche le figure più tradizionali.

E a nulla vale riferirsi e appigliarsi alla classicità, che pur l’artista mostra chiaramente di conoscere citando Caravaggio e Piero della Francesca, poiché Balthus è immediatamente disposto a stravolgere ogni certezza, complici le congetture pittoriche dell’epoca, a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, in cui la figura umana si afferma protagonista, ed egli se ne erge a combattivo difensore.

Attraversando ambiguamente la storia dell’arte, nel costante rifiuto di lasciarsi ingabbiare, Balthus è bisestile, come lui stesso si definisce, insistendo originalmente nel ricordare il proprio compleanno solo ogni quattro anni, e sarà la sua stessa esistenza, peraltro intensamente legata all’Italia – incaricato da André Malraux, dirige l’Accademia di Francia a Villa Medici, fulcro romano della cultura europea – a caratterizzare ulteriormente una personalità eterogenea e variegata.

Circondato da compagni di percorso tra i più differenti – da Guttuso a Fellini, a Zurlini – si muove tra la raffinatezza intellettuale di Visconti e l’eccentricità di Tirelli, nel continuo divenire di un work in progress senza soluzione di continuità.

Inquieto e caparbio, la sua pittura si delinea, nelle parole del critico ferrarese, in passione e tormento, alla ricerca inesauribile della forma fino alla più alta sintesi.

Bramoso di luce, ansioso di ottenere il risultato agognato, indaga e ricerca modulando spazi e luminosità, e anche se l’arte del mosaico ravennate tenterà di sublimarne La stanza turca, pur nella grandiosità del risultato emergerà quella forte nota di tormentato confine nettamente in contrasto con l’eternità musiva: Balthus non nasce per qualcosa destinato a rimanere scolpito nel tempo, al contrario avverte la continua mancanza di una perenne insoddisfazione.

I suoi tempi di realizzazione sono troppo lunghi e riflessivi per consegnarsi alla certezza mosaicale, per converso più congenialmente convergenti verso quell’allusivo, criptico erotismo che connoterà alcuni tra i suoi dipinti più conosciuti.

Come accade in Ragazza e gatto, realizzato nel 1937, in cui la presunta, innocente immagine di una tranquilla adolescente, tende ad una ardita disambiguazione, sottolineata dalla mitigata sensualità della posa in una singolare commistione di malizia e ingenuità.

La predilezione dell’artista nel raffigurare fanciulle adolescenti, caratterizzerà anche la sua sfera privata, legandolo per tutta la vita alla moglie giapponese Tetsuko, che anche nella maturità non cesserà di sfoggiare il proprio fascino ingenuo.

La coppia avrà due figli, Stash e Thadée; Thadée sposerà Loulou de la Falaise, iconica musa di Yves Saint Laurent: il loro matrimonio, definito l’evento mondano più strabiliante dell’epoca, praticamente un dovere per la coppia più cool di Parigi, li vedrà entrambi in bianco, con Loulou vestita da maharaja con tanto di turbante bianco in testa…

Balthus (Balthazar Klossowski de Rola) (1912-2001), Ragazza e gatto, 1937, olio su tavola, 88×78 cm., Collezione privata
Immagine: The Art Book – Mondadori

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