C’è ancora domani, essere devote alle donne di ieri

DI MONIA FORNILI

Ho iniziato ad amare Paola Cortellesi quando, per la prima volta, vidi il film “Maria Montessori”. Non solo perchè adoro la Montessori, per la donna che è stata e per il suo metodo educativo ancora attuale, ma perchè Paola fu in grado di rappresentare Maria in modo eccelso. I suoi sguardi, le sue movenze, il modus operandi con i bambini. Tutto esattamente come se la pellicola fosse un filmato rubato alla realtà. Non è stato diverso assistere alla proiezione di “C’è ancora domani”. E come chiedo spesso agli autori dei libri durante le mie moderazioni: “perché questo titolo?” Beh ecco, la risposta arriverà solo verso la fine del film. Una risposta importante che lascia un segno. Il segno di chi c’è stato prima di noi, di chi ha sofferto per noi e ci ha donato tutto ciò che oggi abbiamo. il segno di chi ha vissuto la sofferenza, la violenza nella povertà e nella “miseria”, come direbbe mio nonno. il segno di chi ha deciso di dire NO! a tutto questo. “C’è ancora domani” è il film che parla della forza delle donne, della loro unione avulsa da ogni forma di antagonismo. fusione, aiuto, sostegno per oltrepassare il varco della propria identità trasformandola in legge. Forti le emozioni che ho vissuto, estrema la riflessione postuma che è nata come un fiume in piena. Essere devote, oggi, alle donne di allora, non è solo un compito per noi, ma un dovere.
Solitamente mi accingo a recensire libri, non film. Ma credo che anche la cinematografia, assieme alla scrittura e alla pittura, sia una considerevole forma d’arte. Soprattutto se il film in questione è di un livello tale da non farti smettere di pensare.

Immagine tratta dal web

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