Chiuse o aperte? Sulla scuola, informazione malata

di Salvatore Salerno

Scuole chiuse o scuole aperte? Nel senso di edifici scolastici. Si parla ogni giorno di scuole superiori, che sono state sempre aperte con la Didattica a distanza. Le altre scuole, dall’infanzia alla secondaria di primo grado (almeno nel primo anno) sono state sempre aperte o quasi. Per nessun docente la scuola è chiusa, sono in servizio tutti i giorni e lavorano molto più di prima, non sono in ferie. Alunni e studenti, per colpa del virus e per i mancati interventi adeguati del Ministero Istruzione e del sistema Paese sulla sicurezza, per una parte minoritaria della popolazione scolastica italiana, non vanno fisicamente a scuola ma tutti, dall’infanzia alle superiori, hanno la vicinanza dei loro insegnanti e della loro scuola, per quanto si può nella situazione data. 

Si distingua nella comunicazione, nei giornali, in tv.
Non si strumentalizzi la scuola, non si butti tutto in politica, è un tasto troppo delicato per farne contese o carriere personali. Non è difficile, basta dire o scrivere sempre scuole superiori se si parla di quelle, basta dire o scrivere edificio scolastico o classe che non è in presenza ma fa ugualmente scuola, che quegli studenti sono chiamati ogni mattina a collegarsi con i loro docenti. Basta dire o scrivere che tutti gli insegnanti o quasi della scuola dell’infanzia o primaria, molti della ex scuola media, sono regolarmente in servizio e in presenza, combattono ogni giorno sulle rime boccali e metro statico con piccoli spazi e tanti alunni. Basta dire o scrivere che a quei ragazzi può mancare la socializzazione limitata a quelle ore di impegno scolastico se sono in Dad ma nessuno proibisce di usare le altre ore del giorno, come è sempre stato, come vogliono. Basta dire e scrivere che non è affatto vero che si sta perdendo un anno di scuola, che quella offerta di scuola è mantenuta per la maggioranza in presenza e per il resto con il collegamento tra compagni di classe e loro insegnanti. E’ grave che certe affermazioni provengano dalle Istituzioni, che venga umiliato ancora una volta il grande lavoro che tutta la categoria dei docenti sta facendo dall’inizio della pandemia. Una considerazione e un rispetto che sfuma verso gli insegnanti anche in questa occasione, stipendi da fame e pure additati come quelli che non vogliono lavorare. Succede solo in Italia. Non passa nell’informazione il pensiero comune della categoria dei docenti che sono i primi a volere le scuole aperte, tutte e in tranquillità, ma nelle condizioni minime di sicurezza. Che oggi non ci sono. E’ noto ormai a tutti che il virus si nasconde negli asintomatici, possono essere anziani (lo sono purtroppo in media anche i docenti italiani) o bambini, che quel virus è portato da fuori o dalla scuola a casa, pericoloso o fatale per famiglie, genitori e nonni. Riconoscere la realtà, poi ognuno dica quello che vuole.
Almeno questo. E’ pretendere troppo?

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