Cibo e obesità

DI PINA COLITTA

In questo inizio settimana dirò di cibo e non purtroppo del buon cibo per il quale protagonista è la convivialità e la buona tavola, bensì di cibo spazzatura legato ad un disturbo alimentare: l’obesità.

Quando il cibo è anestetico di tristezza, solitudine, ansia ovviamente tutto ciò non ha niente a che fare con il piacere della buona tavola ma è una forma di autodistruzione perché si arriva mangiare a dismisura fino a diventare obesi.

Tutto questo malessere, prima che si trasformi in una vera e propria dipendenza ed autodistruzione dovrebbe essere poi preso in carico da una persona esperta, uno psichiatra competente in disturbi alimentari …

È l’unica strada da intraprendere quando, nonostante la volontà di dimagrire non si riesce a farlo, si ingrassa sempre di più e ancora una volta si cerca cibo.

Numerosi esempi ci sono, sicuramente intorno a noi, proprio di persone che hanno cercato di combattere questo difficile male che si portano dentro; si tratta infatti di un mangiare compulsivo anche quando non se ne ha bisogno.

In realtà solo il 2 e 3 percento degli obesi ha patologie mediche che hanno causato la condizione di obesità, nel resto dei casi ha origine sicuramente da un problema psicologico.

Se andiamo a vedere infatti le persone con sovrapeso importante hanno vissuti di depressione e di anaffettività ed altro ancora. Soprattutto questo voler mangiare compulsivo è da collegare al rapporto con i genitori che è o è stato critico e spesso incentrato sugli aspetti materiali e non sui sentimenti.

A volte le esigenze psicologiche non sono contemplate e sono comprese all’interno della relazione familiare, l’aumento di peso diventa un modo per mettere una barriera tra sé e gli altri e per proteggere un io fragile.

Dentro l’animo di una persona obesa c’è un dolorino ascoltato, coccolato solo dalla funzione sedativa del cibo stesso. Eppure ancora oggi il problema viene affrontato spesso e soltanto dal punto di vista fisico e medico, mentre diventa indispensabile sicuramente un approccio a 360°.

C’è gente che lotta per anni con la bilancia finché quando la bilancia arriva a segnare anche 140-150 kg, si preoccupa di perdere 50 kg, ma sicuramente la strada giusta non è quella di aver perso peso a quella di aver sconfitto i propri demoni le proprie insicurezze tutto ciò che ha turbato quella persona per essere diventata tale o obesa

Un fatto è certo, nel problema sovrappeso ad ammalarsi sono mente e corpo insieme, ecco perché ad occuparsene devono essere un’equipe di psicologi e nutrizionisti che lavorano fianco a fianco.

La terapia psicologica è imprescindibile, la più usata è quella cognitiva comportamentale e quella psicanalitica. In tutti i casi comunque il fattore preliminare di successo e la tempestività del trattamento.

Un dato importante: l’Italia è il primo paese europeo per numero di bambini e adolescenti che soffrono di obesità e se non viene curato un ragazzino grasso ha un altissimo rischio di diventare un adulto con disturbi alimentari.

La psicoterapia non è solo un supporto per regolare il rapporto col cibo ma per capire quali sono i motivi profondi che portano a mangiare troppo fino a creare una dipendenza.

“Mi viene in mente che questo, questa indifferenza, questo senso di separazione dev’essere quello che lei e ogni curato provano tutto il tempo: come se ci fosse una spessa lastra di vetro isolante, tra loro e tutti gli altri. Quasi nulla penetra. Quasi nulla importa.

Dicono che la cura riguarda la felicità, ma adesso capisco che non è vero e non lo è mai stato. Riguarda la paura: paura della sofferenza, paura del dolore, paura, paura, paura; un’esistenza da animale cieco, che sbatte contro i muri, che strascica i piedi in corridoi sempre più stretti, una vita terrorizzata e monotona e insignificante. Per la prima volta in assoluto sento addirittura pena per Carol.

Ho soltanto diciassette anni e so già qualcosa che lei non sa: so che la vita non è vita se la trascorri semplicemente galleggiando. So che il vero scopo, l’unico scopo, è trovare le cose che contano e aggrapparcisi e combattere per averle e rifiutarsi di lasciarle andare.

Lauren Oliver, libro Delirium Origine: Delirium, pp. 334-335 Sulla paura.

Immagine tratta dal web

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità