Clara, la «lettrice»di Federico Faruffini

DI VANNI CAPOCCIA

 

Federico Faruffini ha vissuto esperienze e incontri mai lineari che per i temi incostanti ritroviamo nei salti di qualità della sua produzione.

Stimoli diversi arrivatigli tra frustrazioni e incomprensioni familiari mai elaborate che gli hanno procurato inquietudine e insicurezza, creato squilibri e mancanza di autonomia rendendogli difficoltosa l’individuazione di un percorso artistico lineare da seguire.

Aveva una personalità tormentata e complessa che, anche per delusioni arrivategli dalle commissioni, lo ha fatto diventare un uomo in fuga da se stesso.

Da Pavia (la città che amava) a Milano, a Parigi, fino a Roma; da lì l’angoscia e l’urgenza di isolarsi da tutto lo ha portato a Perugia, città di provinciale aristocrazia agraria, dove a soli 36 anni il 15 dicembre 1869 si suiciderà.

“Lettrice”, quadro ad olio del 1865 conservato alla Galleria d’arte moderna di Milano, è la sua opera più riuscita, nota e riprodotta.

Un’opera personale della quale Faruffini non poteva non aver compreso la qualità; eppure non l’ha concedeva per esposizioni e anche per questo si pensa che la lettrice sia Clara, la sua amante.

Rappresenta una scena che oggi definiremmo di vita quotidiana ma che non lo era allora. Restituisce l’immagine di una donna che cambiava.

Clara, rilassata, fumando una sigaretta legge libri nella calma e intimità della sua casa dove ripresa di spalle l’ha catturata l’occhio dell’artista.

Sul tavolo a testimoniare che per lei la lettura non è occasionale passatempo sono appoggiati diversi libri, un bicchiere con una viola del pensiero, una penna nel calamaio, una candela e una bottiglia di liquore che fa pendant con gli orecchini di vetro della lettrice.

Clara è una donna colta e libera, che studia e scrive attenta alla sostanza della vita e non alla forma.

Dimostra d’esserlo nel suo amore per la lettura, nel suo abbigliamento, nel “liquorino” che non si fa mancare, persino nel modo in cui tiene la sigaretta in mano, e Federico Faruffini l’ha còlta con tratto delicato e libero catturando ogni tremito atmosferico che vibra nella stanza.

 

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