Dai pazzi ai frustrati

DI ANTONIO MARTONE

Nel corso dei secoli moderni, il modello disciplinare contribuiva a modellare identità definite e ordinate, plasmando non solo operai, soldati e funzionari, ma generando anche figure devianti, criminali e individui affetti da disturbi psichici.

La società contemporanea ha abbracciato una dinamica in cui l’individuo è chiamato a mettere in scena la propria performance, trasformandosi in un imprenditore di sé stesso. Questo paradigma, se da un lato ha portato all’emergere di soggetti altamente competitivi, dediti al conseguimento di obiettivi e alla massimizzazione del proprio potenziale, dall’altro ha contribuito a generare una diffusa sensazione di depressione e frustrazione.

L’accento sulla prestazione individuale ha reso gli individui più propensi a valutare il proprio valore in base dei risultati ottenuti, creando un terreno fertile per l’insorgere di ansie e insicurezze. La società contemporanea, pertanto, si presenta come un palcoscenico in cui si svolge una drammatica rappresentazione di sé, con attori desiderosi di eccellere ma spesso intrappolati nella rete delle aspettative sociali e delle pressioni autoimposte.

In questo scenario, la contemporaneità non solo ha lasciato dietro di sé il rigido controllo disciplinare, ma ha aperto le porte a una nuova forma di alienazione, caratterizzata da una costante ricerca di validazione e successo personale.

Il risultato è una società che, pur promuovendo la realizzazione individuale, si confronta con una crescente epidemia di disagio psicologico, spesso ignorando i costi individuali e sociali della continua ricerca del successo e dell’eccellenza personale.

Immagine tratta da Pixabay

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità