Dalla veranda

DI FANTINO MINCONE

Come l’esule brama la patria
così la mia anima contadina
accerchiata dal cemento
reclama il suo spazio di natura.

Allargando lo sguardo
fino allo scorcio di mare
evanescente nella sera
s’apre un sogno all’imbrunire
e la mente lontano vaga
oltre la linea dell’orizzonte
nel carminio del tramonto
mischiato al grigiore del mondo.

Tra piante grasse e spinose
in un vaso decorato spicca
sgargiante e morbida orchidea.
La bellezza riscatta il disordine
e per fortuna la grande tenda
ormai così sfilacciata che pare
tagliuzzata dall’arte di L. Fontana
non riesce più a coprire il sole!

Ma shoccante è il frastuono
in un mix di voci, odori e suoni
provenienti dalla vicina strada
nelle cadenze di auto e moto
frenetiche di anime stressate.

Se mi sporgo dalla veranda
scopro stupori di vertigini
guardando le cose dall’alto
con spirito d’ottimismo
e con il cuore distaccato
dai malumori della gente
o dall’invidia dei passanti!

Pur sotto cappa di vapori densi
riesco sempre a vedere il cielo!

Immagine tratta da Pixabay

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