Qualche settimana fa, durante un accenno di conversazione tra una sessantenne, una trentaquattrenne e me, cinquantaquattrenne, mentre si parlava di genitori anziani e acciaccati, la trentaquattrenne ha affermato: “Ma dai, sono anziani, hanno avuto la loro vita e poi ora sono seguiti…”. La conversazione è terminata così.
Insomma, non ci si dovrebbe rammaricare e affliggere se gli anziani soffrono, se tuo padre e/o tua madre, e tu con loro, affrontate giornate difficili… Sono anziani! Hanno avuto la loro vita!
Ho letto non so dove che quando un branco di lupi si sposta, davanti, a segnare il passo per tutti, sono proprio i lupi anziani che, altrimenti, sarebbero lasciati indietro; al centro stanno le femmine e i cuccioli, e chiudono il branco i lupi maschi giovani, che assicurano protezione al gruppo.
I lupi sembrano essere più saggi degli umani.
I Romani dicevano “Senectus ipsa est morbus”, “La vecchiaia in sé è una malattia”. Invecchiare sarebbe quindi un essere malati.
Sappiamo però che non invecchiare sarebbe peggio; c’è infatti chi non arriva alla vecchiaia e quindi, ad ogni compleanno, dovremmo essere grati per gli anni passati e per quelli futuri che ci verranno dati in dono.
Eppure nella nostra società, da un lato assistiamo ad una sorta di negazione della vecchiaia; invecchiare sembra vietato. E siamo così bombardati da messaggi audio e video, su attori, attrici, musicisti, vari personaggi dello spettacolo e perfino politici, che, al limite del grottesco e del ridicolo, ricorrono al bisturi dei chirurghi estetici, alle infiltrazioni di botulino, ai rimpolpamenti (se si dice) di collagene o chissà che altro, messaggi che inducono l’idea che si possa non invecchiare e che quindi sia fattibile inseguire una sempre rinnovata e rinnovabile giovinezza (del corpo almeno).
Da un altro lato, vista la carenza di nascite, in modo ormai palese e assodato, gli anziani rappresentano un ampio bacino d’utenza di prodotti per le loro esigenze. Ecco quindi il proliferare di messaggi pubblicitari per la terza e la quarta età: tinte per capelli, occhiali per la presbiopia o con le lenti progressive, dentiere, panni per l’incontinenza, gel contro i dolori alle ossa, scarpe comode, integratori alimentari, telefoni coi tasti grandi a prova di “nonni” e via così. Insomma, gli anziani, visto che ci sono, consumano e continuano a consumare. Ecco quindi che la vecchiaia viene riconosciuta meritevole di attenzione in quanto causa di consumi ad hoc, in una società che ci riconosce appunto quasi esclusivamente come “consumatori” e potenziali acquirenti di questo e quest’altro.
Sembra proprio esserci poco spazio per la valorizzazione della vecchiaia come naturale fase della nostra esistenza, come età della saggezza e del riposo, dopo una vita di fatiche, almeno per la stragrande maggioranza dei comuni mortali.
Gli anni della vecchiaia, gli anni che restano, dopo la maturità, sono ancora “vita”. Non un di più, non un extra, ma una delle nostre stagioni.
Alla scuola elementare, si imparava (ai miei tempi, ora non so) che gli esseri viventi nascono, crescono e muoiono. Si dovrebbe forse dire “nascono, crescono, invecchiano e muoiono”: la vecchiaia è comunque crescita ancora; invecchiare è ancora crescere, maturare. Fino a che non suona la campana, c’è ancora vita, non un’anticamera della morte.
E allora ben vengano i rimedi per gli acciacchi della vecchiaia, della vecchiaia del nostro corpo in cui, spesso, dimora sino alla fine un animo “giovane”. Ben vengano i progressi e le pratiche per mantenere in salute anche la mente, il nostro software, una mente che non si senta prigioniera e limitata da quelli che sono i confini e i limiti del nostro hardware, il nostro essere fisico e materia.
È bello vedere le coppie di anziani serene e felici di stare assieme nella vecchiaia, dopo una vita di condivisione e sostegno reciproco. È bello!
Meno bello se la vecchiaia non è serena, se è turbata dai mali del fisico e/o della mente che sconvolgono gli anni della terza e quarta età…
Si assiste allora alla sofferenza che non trova ragion d’essere, che non appare giustificata e giustificabile, che per questo risulta inaccettabile e intollerabile. Sofferenza dopo sofferenza, dolore su dolore.
Peggio ancora, coloro che dovrebbero arrecare sollievo con i mezzi consentiti da quella che si chiama scienza, e cioè medici e paramedici, quando hanno davanti un anziano, un anziano provato da anni di malattia, di malattie, spesso non si crucciano e non si affannano più di tanto, anzi.
E se poi sono in tanti a morire, se si ricorre a un triage estremo, come si è visto nel periodo dell’emergenza Covid, poco male, fa nulla… Erano vecchi! Avevano vissuto la loro vita!
…
Riporto in calce non citazioni letterarie, ma il testo di “Spalle al muro” scritto da Mariella Nava e interpretato da Renato Zero nel 1991.
Spalle al muro
“Spalle al muro
Quando gli anni son fucili contro
Qualche piega sulla pelle tua
I pensieri tolgono il posto alle parole
Sguardi bassi alla paura di ritrovarsi soli
E la curva dei tuoi giorni non è più in salita
Scendi piano, dai ricordi in giù
Lasceranno che i tuoi passi sembrino più lenti
Disperatamente al margine di tutte le correnti
Vecchio
Diranno che sei vecchio
Con tutta quella forza che c’è in te
Vecchio
Quando non è finita, hai ancora tanta vita
E l’anima la grida e tu lo sai che c’è
Ma sei vecchio
Ti chiameranno vecchio
E tutta la tua rabbia viene su
Vecchio, sì
Con quello che hai da dire
Ma vali quattro lire, dovresti già morire
Tempo non ce n’è più
Non te ne danno più
E ogni male fa più male
Tu risparmia il fiato
Prendi presto tutto quel che puoi
E faranno in modo che il tuo viso sembri stanco
Inesorabilmente più appannato per ogni pelo bianco
Vecchio
Vecchio
Vecchio
Mentre ti scoppia il cuore, non devi far rumore
Anche se hai tanto amore da dare a chi vuoi tu
Ma sei vecchio
Ti insulteranno, vecchio
Con tutto quella smania che sai tu
Vecchio, sì
E sei tagliato fuori
Quelle tue convinzioni, le nuove son migliori
Le tue non vanno più
Ragione non hai più
Vecchio, sì
Con tanto che faresti
Adesso che potresti non cedi perché esisti
Perché respiri tu”
Sardara, 12 Marzo 2023
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