Di cosa sono fatti i sogni?

di Gianfranco Ricci  (psicologo)

Di cosa sono fatti i sogni?

Freud considerava l’interpretazione dei sogni la “via regia” per comprendere la vita psichica inconscia dell’uomo.
Per molti, non a caso, la psicoanalisi nasce come “scienza dell’inconscio” con la pubblicazione, nel 1900, proprio dell’opera “L’interpretazione dei sogni”.

Ma di cosa sono fatti i sogni?

Tutti abbiamo sognato: a volte i sogni sono composti di semplici immagini; altre volte si tratta di vicende complesse, articolate, sorprendenti e bizzarre.
È possibile ricordare tutti i dettagli di un sogno, dimenticandone completamente altri.
Un sogno può comparire una volta sola, per non tornare più. Altri sogni invece possono essere ricorrenti, ripresentandosi, puntuali, ogni notte.

Freud invitava a distinguere tra il contenuto manifesto del sogno e quello latente: il contenuto manifesto sarebbe quell’insieme di immagini, sensazioni, parole che animano il sogno e del quale possiamo poi parlare.
Il contenuto latente sarebbe invece il rimosso che trova nel sogno un modo “mascherato”, distorto, metaforico per esprimersi.
Quando accaduto nei giorni precedenti al sogno costituisce spesso il “materiale” per costruire il sogno e prende il nome di “resto diurno”.

Il sogno, sottolinea Freud, avrebbe come scopo primario di salvaguardare il sonno, offrendo una soddisfazione “onirica” a bisogni e desideri che altrimenti richiederebbero di interrompere il riposo del sognatore.

Freud ha sottolineato l’importanza della dimensione linguistica del sogno: i meccanismi del lavoro di “trasformazione” che modificano il sogno, la condensazione e lo spostamento, altro non sarebbero che fenomeni linguistici, processi simili alla metafora e alla metonimia.
La censura onirica opererebbe una trasformazione dei contenuti inconsci inaccettabili, favorendo l’emergere di soluzioni di compresso, meno inquietanti rispetto a quanto viene rimosso.

Il sogno, poi, resta un’esperienza singolare, non condivisibile appieno: del sogno infatti possiamo solo parlare, raccontando quanto è rimasto nella nostra mente.

Ma è proprio questo che Freud ci invita a fare: parlare del sogno (invece che scriverlo ad esempio) è la via per ricostruire quelle modificazioni che hanno celato il materiale latente, inconscio, che il sogno veicola e allo stesso tempo nasconde.

Nel tentativo di superare questo “limite linguistico”, gli artisti surrealisti, come Salvador Dalì, hanno provato a dipingere i loro sogni, creando opere enigmatiche e affascinanti, come “Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio” del 1944.

Per approfondire:
-Sigmund Freud – “L’interpretazione dei sogni” (1900);
-Sigmund Freud – “Supplemento metapsicologico alla teoria del sogno” in Metapsicologia (1915).

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità