Diciotto milioni per la felicità

DI GIOVANNI BOGANI

 

Era bella, Marina di Pietrasanta. E aveva quelle stradine che finivano nel verde, fra il mare e l’Aurelia, che tagliava il mondo. oltre l’Aurelia c’era la campagna, poi più in là i monti, le Alpi Apuane come una scenografia teatrale, pronte per un’opera.

Aguzze, perentorie, scintillanti, bianche e grigie contro il cielo azzurro. Abbaglianti di marmo, trionfo della natura. E di qua, dalla parte del mare, c’era la rosticceria con il pollo arrosto profumato, e i negozi con la crema solare e le racchette da ping pong, i palloni Santos bianchi e neri nella reticella, le bocce per giocare sulla spiaggia.

E il ristorante proprio accanto alla fermata del pullman, quel pullman che dovevamo prendere sempre per andare lì, perché la macchina – il peppè, come lo chiamavate per indicarlo a me, bambino – era finita nella scarpata, insieme alla rotula di papà.

Ma insomma, anche senza macchina, era bello essere al mare lì. Sembrava di essere un po’ dei signori.

Così, trovaste una casa in vendita, costava 18 milioni – chissà perché quei numeri me li ricordo, me li ricorderò per sempre – ed era proprio in una di quelle strade meravigliose piene di verde, piene di silenzio.

Era anche grande. Tu, papà, saresti potuto stare in giardino a leggere i tuoi romanzi gialli in inglese. Chissà dove li trovavi. Non ci ho mai pensato, ma ti piaceva di più leggere in una lingua straniera. Proprio come a me.

Ci ho fatto caso soltanto ora. I miei duecento libri di Simenon in francese, quelli di Conan Doyle in inglese, persino Proust in francese, letto quando il francese non lo sapevo. E ancora oggi, leggo sempre un sacco di cose in inglese, anche articoli seri sul covid, e a volte non capisco un cazzo.

Ma vado avanti, e mi illudo di essere più dentro nel mondo. Quel mondo che, appena sarò morto, mi dimenticherà, come dimentica tutti.

Quella casa. Diciotto milioni. Non erano tanti neppure allora. Ma ve ne mancavano cinque. Ci fu una cena, con la nonna e con il suo boyfriend. Era primavera, forse era estate, ed eravamo tutti a Marina di Pietrasanta, anzi a Tonfano.

Alla fine, verso il dolce, o verso il bicchiere di vinsanto, tu e papà chiedeste alla nonna quello che avevate timore di chiederle. Se vi avrebbe prestato quei cinque milioni. E la nonna disse di no. glieli avreste resi, avreste fatto di tutto per renderglieli.

Ma lei disse di no. forse consigliata da Emanuele, chi lo sa. Dopo quella cena, non furono mai più proprio le stesse le cose, fra voi e la nonna. E quella casa in mezzo al verde chissà chi l’ha comprata. Nonna, non lo sai, ma forse quella volta mi avresti reso felice.

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