Gabriele Münter, Self-Portrait in front of an easel

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Gabriele Münter è una pittrice espressionista tedesca di estrazione alto borghese.

Sostenuta dai genitori, i quali ne comprendono ed approvano il precoce talento, attraverso lezioni private e la frequentazione della Scuola Artistica femminile – le donne, all’epoca, non erano ammesse nelle accademie artistiche – ha la possibilità di dedicarsi alla sua grande passione.

Rimasta orfana in giovane età, eredita, insieme alla sorella, una cospicua somma di denaro che permette ad entrambe di vivere liberamente e senza restrizioni, e le due ragazze sfruttano al meglio la situazione, recandosi in America a trovare alcuni componenti della famiglia ivi residenti, ed approfittando per viaggiare attraverso gli Stati Uniti.

Gabriele documenta i propri spostamenti tenendo un diario, ed accompagnata dalla sua fedele macchina fotografica, con cui scatta splendide foto, emblematiche dell’epoca, come Drei Frauen in Sonntagstaat, del 1899-1900, in cui tre donne di colore, vestite in abito da festa, si aggirano per le strade nella più assoluta naturalezza.

Una condotta di vita anticonformista non manca di attirare l’attenzione, e la Münster si ritrova esposta all’attenzione sociale, ricavandone anche discreti vantaggi, tra cui l’ammissione alla scuola progressiva Phalanx di Monaco diretta da Vasilij Kandinskij.

Ed è proprio Kandinskij, col quale intraprende una relazione, a credere in lei, nonostante in molti insistano nel qualificarla semplicemente come la sua giovane fidanzata.

‘Agli occhi di molti sono stata solo un’appendice insignificante di Kandinskij. Che una donna possa avere un talento autonomo e sia un essere creativo, non si dimentica volentieri’.

Gabriele racconta tale situazione sconsolata, nonostante dimostri in molteplici occasioni di non essere succube del proprio mentore, talvolta criticandolo, e sviluppando, comunque un proprio stile originale e personale.
Mai attratta dall’Astrattismo, mantiene un approccio figurativo, dedicandosi in gran parte alla rappresentazione di paesaggi, secondo una innata vocazione di artista a tutto tondo che la porterà a riscuotere inaspettati apprezzamenti.

La fine della storia con il celebre artista, durata ben dodici anni, comporta un suo temporaneo allontanamento dalla pittura, recuperato solo in seguito grazie alla vicinanza di Johannes Eichner.
La sua storia viene ricordata nel romanzo, di Daria Bignardi, Oggi faccio azzurro, in cui la protagonista, folgorata dai quadri della Münster, intraprende un dialogo immaginario con l’artista, la quale ribadisce la propria immagine di pittrice indipendente ed emancipata, mentre nel 2017, presso la Lehnbach di Monaco, viene allestita l’esposizione Gabriele Münter.

Painting to the point, curata da Isabelle Jansen, direttrice della Fondazione Gabriele Münter und Joseph Eichner Stiftung, e Matthias Mühling; la suddetta mostra, dopo il periodo iniziale in Baviera, diviene itinerante, toccando altre città europee, in ossequio alla personalità della protagonista ed in linea con le sue caratteristiche di modernità ed eclettismo…

Gabriele Münter (1877-1962), Self-Portrait in front of an easel, 1908/1909 c., olio su tela, 78×60.5 cm., Princeton – Princeton University Art Museum
Immagine: web

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