Hollywood Party, capolavoro di comicità

DI ENZO MAURI

(Speaker radiofonico)

Nel 1968, dopo il successo dei primi film sulla Pantera Rosa, la premiata ditta Peter Sellers (1925-1980)-Blake Edwards (1922-2010) alla regia, decise di sfornare un capolavoro di comicità quale Hollywood Party (The Party). Fu l’unica collaborazione tra i due al di fuori della famosa saga.

Si racconta che il soggetto fosse abbastanza esiguo, solo una sessantina di pagine. Peter Sellers esprimendo al massimo le sue capacità di attore comico, si esibisce in una serie di gag irresistibili perlopiù improvvisate, che fanno ridere a crepapelle lo spettatore fin dalle prime scene.

Protagonista di Hollywood Party l’indostano Hrundi V. Bakshi, aspirante attore di cinema, talmente imbranato, da far saltare incautamente in aria un fortino nell’ultima scena del film dove recita come comparsa. Il gesto, sembra precludergli del tutto ogni possibilità di carriera nel mondo della celluloide.

Il nome di Bakshi viene distrattamente inserito dalla segretaria di Fred Clutterbuck (J. Edward McKinley, 1917-2004), nell’elenco di invitati a un party che si terrà entro pochi giorni casa del produttore. Una volta arrivato, l’ indostano, pur non conoscendo nessuno, si fa subito notare per la sua ingenuità ma anche deleteria sbadataggine.

Hollywood Party, uscì mentre in tutto il mondo echeggiavano le note dell’ultimo (in quel periodo) album dei Beatles, Srgt Pepper’s Lonely Heart Club Band, caratterizzato dal sitar suonato da George Harrison (1943-2001). Per imparare a suonare lo strumento in una delle sequenze iniziali, Sellers fu istruito dal musicista indiano Ravi Shankar (1920-2012), insegnante di Harrison.

Immagine tratta dal web

 

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