Il bambino che amava suonare il violino

DI FRANCO FRONZOLI

Luigi era un bambino che si trovava in un orfanotrofio insieme ad altri bambini, tutti senza genitori.

Abbandonati.

Luigi, imparò a suonare il violino, amava quel defluire di note, quei suoni rassicuranti.

Ma non riusciva a dormire, si svegliava di notte ed ascoltava il silenzio di quella stanza.

La stanza dei dimenticati.

Era solo con se stesso, aveva un solo amico, unico ed indispensabile : il violino.

Un giorno il maestro di musica fu sostituito da un altro, si chiamava Giampiero, suonava diversi strumenti, ma in particolare il violino.

Fu una fortuna per Luigi, quel maestro era veramente bravo e gli insegnò tante cose.

Soprattutto, come tenere l’archetto correttamente, come il poggiaspalla, la mentoniera, l’accordatore.

Come muovere le dita sulle corde.

Imparò molto ed in breve tempo.

Ma Luigi la notte si svegliava sempre, quasi alla solita ora con dei rimasugli di sogni in mente, alcuni belli ed altri invece erano incubi.

Sognava spesso un parco dove con altri bambini giocava al
“ Giro giro tondo .. “ , e tenendo per mano le loro mamme.

Altri sogni contenevano mostri che lo assalivano e  con cui doveva lottare, lottare sempre, difendersi ed attaccare.

Trovò un posto segreto e quando si svegliava, la notte, lo raggiungeva,    in compagnia del suo violino, che suonava con note basse per non far rumore.

Una notte iniziò a scrivere alla mamma che abitava nella sua fantasia, che chiamava Signora madre.

Anche lei suonava il violino.

Ogni notte una lettera ; raccontava alla “ Signora madre “ come aveva trascorso la giornata, che musica aveva suonato, chi erano i suoi amici prediletti.

Non le chiese mai, perché era stato abbandonato ; non raccontava nulla della sua solitudine, della sua sofferenza.

Nel suo cuore c’era il perdono ma non il giudizio. I genitori non si giudicano, ripeteva a se stesso.

Un giorno la responsabile dell’orfanotrofio lo chiamò e gli comunicò che sarebbe stato adottato.

Ne fu felice.

Si ritrovò su una montagna con una signora buona e gentile che aveva dieci figlie.

Visse bene con loro, riuscì anche a studiare.

Lavorava tanto, ma in allegria.

Il violino era rimasto nella custodia, lasciato tra le nebbie di una stanza ora lontana.

Diventato uomo, venne rispettato da tutti ed amato dai genitori putativi e dalle sorelle.

Ma la “ Signora Madre “ , rimase sempre nei suoi bellissimi
sogni.

Immagine tratta dal web

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