Il fascino e l’importanza di stare in natura

DI FABIO BORLENGHI

 

Le limitazioni negli spostamenti che quasi tutti subiamo in questo tempo di covid a molti o a pochi, non so, riportano alla mente giornate piene e luminose passate in mezzo ai colori della natura.

E’ senz’altro una reazione psicologica, una sorta di tentativo di colmare un vuoto che, seppur temporaneo, ogni giorno pesa sempre di più.

Ora quali sono i meccanismi che ci portano a sentire il fascino dello stare in natura?

Montale, nelle sue poesie, spesso aggiunge un elemento naturale, per esempio la descrizione di un arbusto della macchia mediterranea, che accompagna il soggetto mentre percorre un ripido sentiero verso il mare.

E così al lettore arriva uno scampolo della natura presente nel racconto, arricchendolo e illuminandolo.

Esistono due modi per godersi la natura, immergersi in essa passivamente senza avere conoscenze specifiche delle leggi biologiche e fisiche che la governano oppure osservarla nella sua bellezza con cognizione di causa cercando di approfondire e capire alcuni suoi aspetti utilizzando il background che si è acquisito con letture e studi vari.

Si tratta di due strade differenti di ricavare emozioni, pur vivendo la stessa esperienza.

I pittori impressionisti francesi di fine ‘800 riportavano su tela quello che di preponderante arriva agli occhi di chi osserva una scena all’aperto, cioè l’impressione.

Sulla scia di questa linea artistica oggi possiamo ammirare l’immagine preziosa e suggestiva dell’incresparsi dell’acqua nei quadri di Monet oppure il verde intenso e superbo dei paesaggi di Cezanne.

Elementi esteriori che in tempi precedenti ritroviamo nel romanticismo artistico di pittori come l’inglese Turner, pittore romantico, che ci ha lasciato in eredità paesaggi struggenti e carichi di passione.

Se però questa full immersion nelle immagini della natura è capace di emozionare l’osservatore mentre vi cammina all’interno in uno stato d’animo passivo, da semplice contemplatore, è altrettanto vero che stare in natura in modo attivo, andando a cercare l’incontro con specie animali o vegetali che già si conoscono e magari scoprendo temi nuovi da approfondire anche sul piano della scienza, costituisce un’esperienza di vita affascinante.

Interessarsi attivamente alla natura è molto più di una semplice attività hobbistica del tempo libero, è un‘esperienza di vita che rafforza la nostra cultura e ci responsabilizza financo nelle scelte politiche.

Per tanti anni la nostra società ha relegato la natura in una sorta di mondo accessorio utile solo per darci svago durante le ferie estive, procurarci selvaggina per le nostre tavole o per fare da pattumiera ai rifiuti antropici.

Ora sappiamo che non è così e, seppure con notevole ritardo, prendiamo coscienza che la natura è la nostra vera madre, alla quale tutto è riconducibile. Se non la si apprezza e rispetta si è deboli sul piano etico e dannosi agli altri e a noi stessi.

Un virus che può essere letale e può raggiungerci in ogni dove rappresenta di per sé un’importante lezione di vita da non dimenticare e tramandare alle prossime generazioni: la natura ha sempre l’ultima parola.

Immagine tratta dal web

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