Ho cavalcato su strade impervie, ho cavalcato tra i mandorli in fiore
Ho issato vele in mari che non hanno mai visto volo di uccelli
Ho passeggiato al canto dei miei silenzi, dove i ricordi mischiati ai sogni impregnavano il pennino
Se guardare il sole asciuga gli occhi, amare la luna li bagna di tiepida rugiada ed io così ho imparato la musica della pioggia
Il vento racconta di canti e danze dal profumo di ibisco e tè alla menta e alla liquirizia, il vento mi rammenta di quando io c’ero
Anche il più indomito vecchio giunge innanzi alle sue colonne d’Ercole e per me le mie sono l’ingresso della fortezza dei vostri sogni
Ti devi reinventare e così leghi l’uso dei sensi all’intelletto.
Ti ritrovi in un giardino dove i fili d’erba sono le loro speranze, dove i fiori hanno il colore delle loro iridi, il canto è la loro spensieratezza e tu ti ritrovi ad esserne il custode
Mai un fiore di meno e sempre pronto per un fiore di più.
Sei ora un insegnante e in quel tuo giardino crescono i tuoi ragazzi.
Accarezzi anime, ridi con i loro giorni, ti abbracciano per non lasciarti più, diventi amico, padre, maestro.
Insegni loro ad alzarsi in piedi quando entri in classe, ma non per il tuo rispetto ma per il loro, non con un semplice buongiorno, ma un “io ci sono”
Insegni loro a cavalcare su strade impervie e tra i mandorli fioriti, insegni loro ad issare vele in mari impossibili e a bere il tè nel deserto con la loro anima.
Li prepari alle loro colonne d’Ercole e li lasci partire come gusci dal fasciame pronto e vele tese.
Ogni nome ti resterà tatuato nel cuore e in ognuno di loro ti vedrai rinascere
Cresceranno artigiani, scienziati ed artisti, tutti osserveranno e rappresenteranno l’essenza della vita, costruiranno idee e progetti e nel cuore porteranno quella passione che ti hanno saputo regalare e che hai custodito ed accresciuto per il loro grande viaggio
Foto da web
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