I media posseggono un’enorme influenza nell’orientare le opinioni e, prima ancora, nel formare la percezioni del pubblico su questioni politiche, sociali ed economiche.
Che cosa ne è dell’autonomia decisionale dei cittadini quando i media privilegiano la semplificazione, la faziosità, il sensazionalismo o la narrazione emozionale a scapito di una copertura informativa approfondita e imparziale?
I media hanno il potere di determinare quali argomenti e temi vengono discussi nell’ambito pubblico. Il controllo dell’agenda può determinare la scelta fra quali questioni abbiano il diritto all’attenzione e quali possano essere invece trascurate.
Di conseguenza, i media possono favorire la standardizzazione e l’omogeneizzazione dell’informazione, promuovendo una visione uniforme degli eventi e dei problemi.
I media commerciali sono naturalmente inclini a privilegiare la produzione di contenuti sensazionalistici o di intrattenimento, a discapito della qualità dell’informazione. Evidentemente, si tratta di un approccio incentrato sullo spettacolo e sulla narrazione semplificata piuttosto che sull’analisi critica.
In questo quadro, se i media dipendono da qualcuno che li paga – che si tratti di un governo o di un privato – come si può sperare che il loro potere non venga posto a disposizione del loro padrone?
Immagine tratta da Pixel
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