‘Il primo fiore di zafferano’, avvincente romanzo di Laila Ibrahim. Da leggere

di Rita Cutugno

Autore: Laila Ibrahim
Titolo: “Il primo fiore di zafferano”
Romanzo ambientato nella Virginia dell’800, terra di piantagioni e di schiavi.

TRAMA:
Lisbeth è la primogenita di una ricca famiglia, ma alla nascita viene affidata alla balia Mattie, una giovane schiava di colore che viene costretta a separarsi dal figlio neonato per accudire la bambina.
Lisbeth si affeziona a Mattie e la considera sua madre, sarà sempre il suo punto di riferimento e le due avranno un rapporto di complicità e amore che i genitori non le daranno mai.
Il padre di Lisbeth è un crudele schiavista e la madre bada solo alle apparenze e alle convenzioni imposte dalla società. La ragazzina imparerà dalla balia a distinguere il bene dal male e a comprendere il vero valore delle cose e delle persone.
In un simile contesto, non mancheranno pericoli e ingiustizie. Mattie subirà molte forme di dolore causate dalla sua condizione di schiava, mentre Lisbeth sfiderà con coraggio e determinazione le assurde e rigide convenzioni dettate dalla società.
Il tempo e gli eventi separeranno e allontaneranno le due donne che, quando si ritroveranno, non saranno in grado di superare la distanza che lo schiavismo ha creato tra loro.
È un romanzo avvincente, che ci porta tra lussuose dimore e misere baracche, abolizionisti e schiavisti, soprusi fisici e psicologici e voglia di cambiamento.
Mi ha coinvolta, pur non essendo un libro “importante” e con una trama abbastanza semplice. Il linguaggio usato dall’Autrice è essenziale, ma scorrevole e adeguato agli eventi narrati. Tutto sommato è un bel libro.
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