Il relazionale, con l’amicizia

DI PINA COLITTA

Non posso fare a meno di tornare su questa meravigliosa parola che banale non lo è affatto, seppur spesso banalizzata.

Definire l’amicizia?

E’ molto difficile! Potrebbe essere una di quelle esperienze che caratterizza l’esistenza di tutti gli esseri umani? Potrebbe essere un connubio empatico tra due persone?

Si Potrebbe dire di lei con una metafora che è luce e sole nelle nostre vite? Si potrebbe dire tanto e tanto altro, ma, pur non sapendo cosa sia l’amicizia, certamente senza di lei non potremmo vivere.

Non è una riflessione unica ed originale questa perché è la vita in sé che ce lo chiede, cioè ci fa comprendere il bisogno di coltivare amicizie importanti perché da soli, il più delle volte, non possiamo farcela.

E, sorrido di fronte all’arrogante presunzione di coloro che , avendo le “spalle coperte” con famiglie solide, pensano di coltivare solo superficiali conoscenze. Perché tali sono, se condividi solo qualche momento libero, o qualche serata.

L’amico ci è di supporto, aiuta e sostiene. Insomma una passeggiata introspettiva in questa meravigliosa parola è necessaria perché consente di analizzare queste specificità relazionali, e porta a capire, nel dettaglio, che cos’è l’amicizia. Perché nasce, perché si sviluppa e, a volte, perché si interrompe.

L’amicizia è fuor di dubbio. parte del ciclo di vita di ogni persona, dall’infanzia all’adolescenza, fino ad arrivare alla vita adulta e alla vecchiaia.

L’essere umano, con il trascorrere del tempo si modifica ed anche il modo di fare amicizia si modifica con il tempo e con l’avanzare degli anni. Comprendere l’amicizia vuol dire esaminare le varie fasi della vita perché lei, l’amicizia, attraverso esse si forgia e assume diversa identità, sempre meravigliosamente interessanti.

“La misantropia nasce quando si è riposta eccessiva fiducia in qualcuno, senza conoscerlo bene, ritenendolo amico leale, sincero, fedele, mentre poi, a poco a poco, si scopre che è malvagio e infido, un essere del tutto diverso.

Quando questa esperienza si ripete più volte, specie con quelli che stimavamo più fidati e più amici, si finisce, dopo tante delusioni, con l’odiare tutti e col credere che in nessun uomo vi sia qualcosa di buono.”
(Platone)

Immagine tratta da Pixabay

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