Il silenzioso dolore di chi soffre

DI FRANCO FRONZOLI

Sono fortunato, molto fortunato, ma penso a chi non lo è, a quelle persone che soffrono ed anche a chi è vicino ai sofferenti.

Sono quei figli, quelle mogli, quei mariti che stanno vicino a chi soffre, che li accudisce, condividendo quel dolore.

Sono quelle persone senza volto, che abitano nel silenzio del dolore, che sorridono per compiacimento, che non dormono la notte.

Sono quelle persone, che lottano, che non si arrendono, che sperano anche quando la speranza non ha futuro e, si spegne lentamente senza far rumore.

Quel dolore che sconvolge la mente, che sopisce i muscoli, quel dolore che “ urla “ nella testa, cancella le migliori emozioni.

Il dolore, quello più grande di una mamma che deve dire addio ad un figlio o ad una figlia,  di genitori affranti, annullati privati del bene più grande.

Il dolore di un addio.

Quanti sconosciuti dentro le loro case, spesso soli, che sperano che quella malattia loro o di congiunti, gli dia un poco di tregua.

Ma noi che siamo stati ” immunizzati “ al dolore,e  ci possiamo permettere di sorridere, di guardare i sorrisi dei figli e nipoti, proprio noi, sappiamo che cos’è il dolore altrui ?

Abbiamo mai visto quelle lacrime silenziose, quei volti aggrediti  dalla paura, quelle disabilità fisiche e morali?

Viviamo in un mare di dolore  senza comprendere quale messaggio infausto portano le onde.

È sempre in agguato, aggredisce, a volte nei momenti migliori della vita, senza pietà,  senza preavviso, così fa il dolore.

È come una freccia lanciata da un arco che si chiama destino, che si inarca
e colpisce con la benda agli occhi.

Mentre ci disperiamo per un virus, per le sue varianti, per tutto quello che ne consegue, a pochi metri di distanza, una distanza metaforica, un dolore inizia o finisce, per sempre.

Mentre facciamo di tutto per curare la salute, per non cadere nel tunnel del dolore, c’è chi, forse inconsciamente, va incontro al dolore e spesso alla morte.

Abbiamo il diritto sacrosanto di vivere in salute, ma anche il dovere di accettare eventi avversi.

La vita non è sempre un sole che sorge, che splende, che dà vita, ma anche la “ nebbia “ che offusca il fisico e la mente…

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