Immuni dalle emozioni (prima parte)

DI PINA COLITTA

La nostra mente, delizia e sofferenza, un meccanismo meraviglioso, che filtra ogni informazione, ogni emozione…

Quando tutto funziona, ma non sempre nel verso giusto.

Per fortuna la nostra mente ha un sistema che le consente di bloccare le emozioni negative e di rinchiuderle in una stanza del subconscio!

Tuttavia queste emozioni negative rimangono vive in quella stanza, dentro di noi e hanno ancora energia per cui lottano per venire fuori e quando noi ci rifiutiamo di riconoscerle, loro, con più forza, emergono in superficie e si manifestano sotto forma di sintomi.

Anche in questo caso per tenerle lontane, noi le ignoriamo o proviamo a respingerle. Più le respingiamo e più tutti questi sintomi diventano gravi.

Vengono chiamate malattie autoimmuni…

Ogni persona può manifestare dei sintomi diversi ed in modo differente perché tutto è determinato dalla nostra mente, dalle nostre relazioni, dal nostro ambiente, dal nostro passato.

Oggi, sono molte le persone che soffrono di queste malattie, chiamate “invisibili” e noi purtroppo non sappiamo come curarle.

Perché si manifestano solo in alcune situazioni ed in alcune persone?

Un dato è certo, nelle piccole comunità esprimere se stessi è molto più difficile

perché si è meno liberi; più è più piccola la comunità, più i limiti sono stringenti e maggiore la pressione.
Chi ha una malattia autoimmune non si può permettere di avere tensioni e non si può permettere di agitarsi.

Deve regolare la sua vita facendo quello che può, deve soprattutto sapersi adattare, ma soprattutto deve evitare di lasciarsi andare, deve evitare di farsi travolgere dalle emozioni altrui, soprattutto negative.

Abbiamo tutti delle emozioni represse, anche se quando si trova la cura adatta si puo’ metterle solo e soltanto a tacere per un po’ e, forse, si potrebbe arrivare alla consapevolezza che, semplicemente, non si vuole vedere una parte di sé stessi.

Alcune volte, nella vita è necessario scendere a compromessi, ma questo comporta sempre dei rischi. Se si prova a mentire al proprio corpo, questo rischierebbe di confondersi e mandare dei segnali sbagliati e allora il “sistema” si blocca e si ammala.

Con le malattie autoimmuni il corpo si confonde, non riesce a riconoscere le cellule e pensa che siano corpi estranei e così li combatte rifiutando di vedere la realtà con la quale, di sicuro, deve fare i conti prima o poi.

Quando si è ancora giovani non si conoscono i pericoli, diciamo tutto quello che si vuole e si prova. Si fa tutto quello che si vuole senza alcuna paura.

Ritengo che quando ci si relaziona con persone malate, di un qualsiasi morbo, che si ascriva ad una malattia autoimmune, solo una parola è valida, accoglienza.

Facendo una riflessione su questo argomento mi si è aperta una finestra sul mio vissuto di docente e ritengo che, in alcune scuole in cui ho lavorato, la parola accoglienza, baluardo indiscusso di un percorso educativo, non è mai stata usata nei miei confronti, insegnante, ma soprattutto donna con una malattia rara.

Ricordo ancora quanta poca attenzione io abbia ricevuto in ragione
dei miei problemi di salute; e quando vengo fagocitata dalla tristezza e amarezza, ho solo in mente una cosa: raccontare, descrivere la “pochezza umana” che spesso è evidente nei confronti di chi è “fragile” per una malattia autoimmune.

Ebbene sì, io sono una di quelle, anche se non si direbbe. Il mio amico Sjogren mi ha sconvolto la vita qualche anno fa e mi ha costretta ad una “rinascita” con un modus vivendi restrittivo e, soprattutto, privo di quella libertà che io, come donna, ho costruito nel tempo, anche con la mia indipendenza.
“Le malattie che sfuggono al cuore divorano il corpo.”
Ippocrate di Coo

Immagine tratta dal web

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