Incubo, cercando me (diciottesima parte)

DI ROSY PENNELLI

Non lo credeva possibile, le sue notti erano fatte di incubi, sentiva i formicolii alle dita solo nel ricordo di tutti quei sogni così reali da sembrare più che altro un ricordo.
Sì era addormentata troppo in fretta mentre pensava, mentre ricordava.

Non era il suo solito fare, lei non dormiva bene, non dormiva alle prime ore della notte, non le si chiudevano gli occhi facilmente davanti a un film. Quella sera invece tutto era al contrario.

Si infilò nel lettone insieme ai suoi bimbi che quasi era già addormentata, nel percorso dalla cucina, con le mani occupate da telefono, bottiglia d’acqua, libro … Fino alla sua camera da letto.

Si infilarono tutti e tre assieme sotto le coperte, TV accesa e film che andava da sé. “Splint” (Kevin, affetto da un disturbo da personalità multipla, rapisce tre adolescenti. Per avere una possibilità di sopravvivenza, le ragazze devono riuscire a fuggire prima che l’uomo impazzisca definitivamente).

Chiuse gli occhi abbracciata al suo piccolo e il secondo che gli allungava le gambe e le braccia addosso per toccarla, e lei…riusciva ad abbracciare entrambi! Sì stringevano così tanto uno attaccato all’altro che diventavano un abbraccio solo… 

Succedeva lo stesso quando anche il più grande, quando era ancora in età preadolescenziale, si infilava nel lettone e restavano tutti e quattro stretti, scomodi, abbracciati e sudati, a dormire fino al mattino seguente. A loro non importava il modo, loro si erano sempre stretti.

Anche quell’incubo doveva essere un incontro con se stessa, con la parte di sé che come una tormenta le portava vento e pioggia dentro l’anima…

Continua…

Immagine tratta dal web

 

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità