Io sono io, voi non siete un cavolo…

DI ANTONIO MARTONE

 

Nasce un nuovo campionato europeo di calcio. Una sorta di “superlega” delle società più forti. Queste ultime, infatti, intendono affermare che il prestigio merita più soldi di quanti (un’enormità) non ne abbiano già e che magari hanno gestito male.

La cosa, in corso di definizione, possiede un alto valore simbolico. È la dimostrazione che viviamo tempi in cui soltanto i potenti hanno coscienza della loro condizione e, per acquisire potere ancora più grande, fanno addirittura la rivoluzione.

Dal canto loro, i poveri stanno a guardare e, rassegnati al loro destino, sono disposti a prestarsi a qualsiasi compromesso pur di continuare, nonostante tutto, ad esistere.

Questo tempo non è più il tempo, come è stato da cinque secoli a questa parte, delle rivoluzioni dal basso, bensì delle “rivoluzioni dall’alto”.

Ogni giorno che passa vediamo, sempre più e sempre meglio, sacrificare l’uguaglianza, il merito reale e la sportività sull’altare del potere e dei soldi.

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