“Io uccido”, Giorgio Faletti

DI RITA CUTUGNO

Autore: Giorgio Faletti
Titolo: Io uccido
Editore: Baldini Castoldi Dalai

Non è un libro nuovo, risale a molti anni fa, ma ho voluto recensirlo perché l’ho riletto, memore della sua bellezza, e mi sembra doveroso parlarne.

“Io uccido” è il romanzo d’esordio di Giorgio Faletti ed è un giallo, un thriller, genere che non amo. Quando uscì lo comprai spinta dalla pubblicità e dalla curiosità.

Un comico saprà scrivere? Era la domanda che mi ponevo e ho iniziato la lettura con qualche scetticismo, dovuto anche alle numerose pagine.
Il protagonista della storia è Frank Ottobre, un agente dell’FBI temporaneamente in congedo dopo il suicidio della moglie, evento che gli provoca sensi di colpa e tormento.

Va nel principato di Monaco da un suo amico, il commissario Hulot e, insieme, inizieranno un’indagine complicata e difficile. Prima del Gran premio automobilistico, un ascoltatore aveva telefonato a una trasmissione in onda su Radio Montecarlo, condotta dal dj Jean-Loup Verdier, dicendo di chiamarsi “Uno e Nessuno”, aggiungendo che si sarebbe trasformato in un killer e chiudendo la telefonata con la frase “Io uccido”.

Dopo il Gran premio vengono trovati i cadaveri del pilota Jochen Welder, e della sua fidanzata Arijane Parker, campionessa di scacchi. L’omicida ha mutilato i corpi, asportando la pelle del viso da entrambe le vittime, e ha tracciato con il loro sangue la frase “Io uccido”.

Da qui in poi Nicolas Hulot e Frank Ottobre ingaggeranno una vera e propria sfida con il serial killer, chiamato “Nessuno”, che prima di ogni delitto, telefonerà alla trasmissione di Jean-Loup Verdier, lasciando strani indizi. Ma oltre che con l’assassino, Frank deve fare i conti anche con un colonnello americano, consigliere militare del Presidente degli Stati Uniti: sua figlia è stata una delle due prime vittime, e lui vuole farsi giustizia da solo.

Mentre la polizia cerca di risolvere il caso, gli omicidi continuano con lo stesso rituale dei corpi scorticati. Il serial killer è astuto, e gli indizi musicali che lascia riescono a far capire le sue mosse quando ormai è troppo tardi. Ma sarà proprio la passione maniacale per la musica a fargli commettere un errore…

Un altro personaggio è Pierrot, un ragazzo problematico che ammira il conduttore, e avrà un ruolo importante nel racconto.
“Io uccido” è un romanzo meraviglioso. Stupefacente, scritto in modo esemplare, pieno di colpi di scena che lasciano il lettore senza riferimenti.

Ogni pagina è una sorpresa. Settecento pagine costruite magistralmente, con colpi di scena continui che rendono difficile interrompere la lettura. Omicidi, apparentemente distanti fra loro, s’intrecciano, perché quelli che vengono uccisi da un insospettabile assassino sono persone, forse vittime innocenti, che l’omicida deve punire a causa dei vizi che abitano le loro vite.

L’assassino soffre di una grave patologia che deriva dal contesto familiare nel quale è vissuto e dagli abusi che ha subìto. Per questo uccide e deturpa le vittime asportandone la pelle dal volto.

Faletti sa caratterizzare i personaggi in modo eccellente e scrive con rara maestria, usando la metafora in un modo inusuale ed estremamente efficace. Mai visto un Autore usare la metafora nello stesso modo. La lettura è piacevolissima, intrigante, coinvolgente al massimo.

Un bellissimo libro, scritto da un grande Autore. Dopo aver letto questo, alcuni anni fa, ho letto tutti gli altri libri di Faletti e la mia ammirazione per lui non è diminuita di una virgola. È originale, nuovo, e mi ha letteralmente incantata.

Ho letto pochi gialli di altri scrittori, ritenuti dalla critica molto bravi, ma nulla è riuscito ad interessarmi, mentre con i gialli di Giorgio Faletti rimango incollata alle pagine.

Se non l’avete letto, fatelo. Leggete “Io uccido” e anche tutti gli altri. Fidatevi, ne vale la pena, e anche di più.

Immagine tratta dal web

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