Ipotetica te, ti scrivo

DI GIOVANNI DE LUCIA

Ciao ipotetica te, ho passato notti per cercare parole che si legassero come le stringhe dei calzari di Perseo e nel mentre, mi sono imbattuto nei ricordi di ragazzo, che a ripensarli bene ti aderiscono perfettamente, come i tuoi jeans o le tue mini sempre troppo corte, come corto diventa il mio respiro quando ti penso.

Allora ipotetica te, ti regalo questo sogno come si regala un mon chéri.
“Una panchina sul molo, davanti a quelle due braccia protese nel più azzurro di tutti i mari” .
Anni trascorsi, tutti da giustificare tra parole e gesti, nella speranza che si intravedano solo i coriandoli di questo attimo. Ma per quanto si possa distrarre il tempo, mi sono ritrovato abbracciato a te e adesso soffia il libeccio.

Non si riesce a sfuggire al sapore di quel ricordo, vero? Il tempo si inginocchia, spariscono le piccole rughe, gli occhi brillano con la luce della gioventù e tu senti ancora il rumore di quei passi frettolosi alla ricerca di un portone sicuro. Sai, l’aria ha ancora il profumo che ti avevo regalato. Sfioro i tuoi capelli che sanno di mare, la tua luce è quella di un riflesso di tramonto, la tua bocca rosa sa ancora di tè del deserto e il mio cuore si adegua al rumore di questa piccola teiera, che bolle tra le tende blu dei miei sogni.

Allora ti bacio ipotetica te, come mai ho fatto e come mai mi capiterà di farlo ancora.

Immagine tratta dal web

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