Molti sono convinti che la libertà sia come un click, uno scatto di ribellione, una scossa elettrica che attraversa la mente e la sconvolge, annullando ogni abitudine alla rassegnazione e alle privazioni.
Pensateci, sedetevi su una roccia e guardate il mare, travolto dal vento di tramontana sui frangiflutti erosi dalle continue ondate. Cosa è accaduto a quelle rocce, resilienti, pungenti, frastagliate, insidiose? Hanno ricevuto schiaffi dalle mareggiate, hanno dovuto adattarsi, plasmarsi e modificare il loro aspetto morfologico per affrontare e combattere le tempeste.
A volte si sono sgretolate e da esse si sono staccati pezzi, finiti poi in mare e altre volte si sono trasformate in sabbia fine, malleabile.
Bene, la libertà io la vedo come una conquista che porta con sé cicatrici profonde, insenature, solchi evidenti così come i segni sulle rocce.
La libertà è quella conquista avvenuta nel tempo, gradatamente, con pazienza, dolore, sofferenza, resistenza, ostinazione. E quando la senti dentro, quella libertà…puoi affrontare ogni situazione e superare le barriere, andare controcorrente ma restare a galla, perché hai imparato ad amarti, ad andare oltre le boe che segnano un limite e a fregartene di chi ti vuole fermare! Allora, si placa finanche il mare.
Immagine tratta dal web
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