A privarci del fiato, delle parole, dovrebbero essere gli spettacoli di assoluta meraviglia che la natura ci offre e non quelli tristi, che ogni giorno, siamo costretti a vedere ed a subire.
A darci quel senso di piacevole disorientamento, dovrebbe essere l’infinito e non queste mura di aridità collettiva che ci siamo costruiti intorno.
A farci volare dovrebbero essere le nostre stropicciate ali di libertà, i nostri sogni, i nostri ideali, e non quel ghigno satanico che vediamo dipinto su volti quasi inanimati, di chi per emergere, non si sa bene da cosa, affossa gli altri.
A darci la giusta carica dovrebbe essere il nostro entusiasmo e non la voglia di fare la guerra con chi vediamo più indifeso di noi, lì, è vincere facile..
A farci sentire uomini e donne, dovrebbe essere il nostro sentire la vita, non quella ricerca spasmodica di qualcosa che neanche lontanamente le assomiglia.
A farci stare bene dovrebbero essere le piccole cose, quelle che non sappiamo più guardare, quelle che affannosamente cerchiamo e non quelle che altri hanno fatto diventare grandi e che si basano sull’inconsistenza pura.
A donarci la serenità dovrebbe essere il buon equilibrio raggiunto con se stessi, non quell’apatico spirito di rassegnazione che fa sopravvivere invece di vivere.
A riportarci a casa dovrebbe essere il viaggio che ci permette di scoprire chi siamo e non le prediche che si fanno restando seduti sul divano.
Ecco perché stupirsi è importante, ecco perché la meraviglia del bello che ancora ci circonda va navigata e non annegata.
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