La violenza assistita

DI SILVANA PINTO

La violenza assistita fa riferimento ad una tipologia di violenza “passiva” i cui spettatori sono generalmente i familiari di un componente della stessa che usa violenza nei loro confronti.

Che si tratti di violenza fisica, verbale o psicologica, lede la sfera psicologica di chi la subisce.
I figli, ad esempio, sono coloro i quali si trovano spesso ad essere spettatori di scene che destabilizzano il loro equilibrio e la loro psiche.

In bambini in tenera età l’atteggiamento al quale si assiste e’ quello di tapparsi le orecchie quando c è una violenza verbale o di andare a rifugiarsi nella propria camera davanti a episodi di violenza fisica dove il piccolo, sovrastato dalla paura, tende ad isolarsi nell’attesa che il brutto momento passi in fretta.

Come è ben noto i bambini sono contenitori di immagini, atteggiamenti, ricordi che non fanno altro che radicarsi nella loro mente e sfociare con manifestazioni del tipo: chiusura, sintomi da stress post traumatico, malumore, pianto, perdita di appetito, insonnia, calo delle performance scolastiche.

Ma ciò che preoccupa di più è la possibilità che essi stessi possano sviluppare un’ indole violenta e diventare da grandi persone violente.
A volte questa violenza si sviluppa in maniera incontrollabile portando addirittura all’omicidio, come ad esempio il caso di Giulia, la donna di Catania, che a soli 32 anni ha perso la vita per mano del figlio quindicenne che per anni era stato spettatore di una serie infinita di atti di violenza perpetuati dal padre nei confronti della madre.

La violenza assistita è una violenza silenziosa con echi abbastanza importanti e, in questi ultimi anni, la percentuale è in notevole aumento.
Concludo questa mia breve nozione sull’argomento con una personale riflessione: i figli devono essere tutelati, amati, confortati. Devono sentirsi al sicuro nell’habitat familiare.

La paura, la violenza non fanno altro che deformare quell’immagine di famiglia che ogni bambino si costruisce e desidera.

Un bimbo che vive e osserva comportamenti adattivi negativi difficilmente sarà un uomo psicologicamente e socialmente stabile.

Immagine tratta dal web

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