DI GIOVANNI DE LUCIA
Hai mantenuto stretto tra le dita il filo d’argento di un aquilone, hai aspettato i colori giusti di un tramonto, hai fiutato il vento
Volevi disegnare un nuovo cielo e su quel rombo di carta colorata hai scritto la tua vita
Finalmente quel respiro tanto atteso e l’hai visto salire su tutti i tuoi desideri
Metri di filo regalati come giorni di speranza per cercarla in ogni increspatura del mare e lui sempre più in alto e tu sempre più chino su quella spiaggia bianca di luna
Poi lei, con i suoi occhi grandi e le guance di pesca.
Le sue dita ti stringevano la mano e tu diventavi filo d’argento, collegamento tra un sogno e l’infinito
Ma come ben sai e come mai avresti immaginato potesse accadere, ti ha chiesto di vederlo volare libero
Che richiesta assurda, lasciare quel rombo di carta volar via e vederlo scomparire tra giri di ricordi disordinati
Stava sorgendo il sole e i suoi occhi si confondevano con il mare
Un taglio netto per regalarle un attimo di stupore
Un ultimo sguardo al tuo aquilone e di te non restava che qualche metro di filo d’argento su quella spiaggia, ormai senza più orme
Rimpianti?
No, l’amore è un sentimento troppo spesso scritto su un rombo di carta volato via.
Immagine tratta da Pixabay
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