Legionarie: mini eserciti micidiali

DI DANTE IAGROSSI

Le formiche sociali hanno sviluppato nel tempo un formidabile “lavoro di squadra” che, oltre a costruire dimore notevoli, controllare la temperatura in abitazioni, coltivare funghi e piante, consente loro di sterminare molti nemici, cacciando anche animali dalle dimensioni assai maggiori.

Si ritiene che ciò, a lungo andare, abbia portato purtroppo all’estinzione di molte specie, sia animali che vegetali.
Le formiche legionarie (Eciton Burchelli), al contrario di altre specie, si trovano al vertice della loro catena alimentare in Amazzonia, arrivando a nutrirsi di animali molto più grandi.

Le loro operaie-soldato sono dotate di robuste mascelle falciformi, lunghe anche mezzo cm (più di un terzo della lunghezza del corpo), che si rivelano formidabili strumenti di difesa e di attacco.

In genere, le formiche sociali costruiscono ed abitano formicai stabili, mentre le legionarie sono nomadi, restando in un posto di sosta per poco tempo. Qui le formiche che si attaccano con zampe le une alle altre, formano un blocco di forma cilindrica, con diametro anche superiore al metro, al cui centro si trovano ben protette regina e larve.

La regina depone una grande quantità di uova, fino a trecentomila, allevate da un gruppo di operaie, mentre la caccia è ferma o assai ridotta. Poi ricominciano ad avanzare per cacciare nella foresta.

Allora circa un terzo della colonia, (che può arrivare anche a circa un milione), sui 200.000 esemplari, viene a costituire una consistente fascia esterna alla “falange” di colonia, lunga fino a 50 m e larga anche 100.

Ragni, cavallette, farfalle, mosche, coleotteri, millepiedi, persino serpenti, uccelli e topi, vengono accerchiati e trucidati senza pietà: fino a 90.000 animali uccisi al giorno, e resi come pasto per sé ed il resto della la colonia. Inoltre se si trovano davanti a piccoli corsi d’acqua, le operaie, tenendosi attaccate con le mascelle, formano veri e propri ponti viventi, su cui possono passare le altre.

In caso di ostacoli particolarmente ripidi, creano coi loro corpi “corde”, a gradini, per rendere le salite più facili. I soldati puntano in alto le mascelle, per mordere uccelli ed altri volatili, mentre la regina è protetta da altre che vi si pongono sopra.

Si tratta di una predazione “cronica”, in cui una enorme quantità di prede viene divorata del tutto, mentre gli insetti più piccoli sotto le foglie vengono tralasciati: in tal modo l’ecosistema sopravvive egualmente in modo equilibrato.

foto da “il naturalist”

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