L’omaggio degli artigiani di San Gregorio Armeno al campione argentino

DI STEFANIA DE MICHELE

Le ali ai piedi, Maradona già le aveva. Chiunque l’abbia visto nella cavalcata rossiniana – dribbling a tutto campo e palla in rete – contro l’Inghilterra ai Mondiali dell’86 lo sa.

Marco Ferrigno è un artigiano del presepe, erede di una tradizione familiare che risale al 1836. Solo per amore, quello che tutti a Napoli nutrono per il campione argentino, ha dato vita alla statuina del Maradona angelo. Non ci sono ombre, nessun richiamo al passato controverso del Pibe de Oro: Maradona era un dio umano per i suoi tifosi, per questo fragile, e ora, dopo la sua morte, il calciatore più forte di tutti i tempi ha trovato spazio anche nel presepe.

“Lucifero, il diavolo per eccellenza, era un angelo, forse l’angelo più bello e fu cacciato perché si opponeva al ‘Capo’ – dice Ferrigno – possiamo dire che, per certi versi, anche Maradona era così. Si è opposto a quella che era considerata la società perfetta perché non condivideva alcune scelte, ma ha pagato un prezzo alto per questo motivo, come l’esclusione dai Mondiali di calcio del 1994”.

Maradona ha portato il Napoli ai suoi unici due titoli di serie A, nel 1987 e nel 1990, e al titolo di Coppa Uefa 1989 durante il suo soggiorno partenopeo di sette stagioni.

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