MARIANO ROTELLI, RIBELLE LIBERO

DI VANNI CAPOCCIA

 

 

Il diavolo non si nasconde solo nei dettagli a volte s’insinua nelle pieghe di rapporti familiari. Chissà quante volte avranno pensato una cosa del genere i componenti della benpensante, benestante, religiosissima famiglia corcianese dei Rotelli.

Famiglia di proprietari, parroci, del Cardinal Luigi Rotelli finito alla fine dell’800 legato pontificio a Parigi e di Mariano Rotelli travagliato fratello del cardinale.

Avviato dallo zio prete anche lui alla carriera ecclesiastica abbandonò il Seminario di Perugia, poi gli studi universitari per diventare un esponente del movimento anticlericale scrivendo articoli polemici e satirici contro parlamentari umbri, il Pontefice e la curia romana.

Con conseguenti querele e scontri familiari, specialmente con i due fratelli religiosi, fino alla rottura sentimentale ed economica.

Mariano continuò nel suo libertario anticlericalismo scrivendo, persino ad Alessandria d’Egitto per la comunità italiana, su giornali politico-satirici articoli infiammati in difesa di principi umanitari e sociali contro la pena di morte, le consorterie massoniche, politiche e religiose.

Anche se non ci sono documenti o testimonianze a suffragio di quest’ipotesi viene facile immaginarlo (e fa anche piacere pensarlo) da giovane sulle barricate del XX Giugno. Da adulto nel 1894 finì la sua vita inseguito da querele e debiti, esacerbato, ignorato dai fratelli, deluso, sempre più solo e povero.

Un ribelle che familiari e paesani avranno considerato un illuso, una testa calda, la pecora nera della famiglia. Invece era un idealista, una testa pensante, una persona libera.

 

(Per saperne di più Tiziana Biganti, Mariano Rotelli in “Il Cardinale Luigi Rotelli”, Fabrizio Fabbri editore da dove è presa la foto)

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