Maurice de Vlaminck, Il villaggio sotto la neve

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Maurice de Vlaminck è un pittore francese vissuto tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento. Figlio di una coppia di musicisti – lui stesso insegnerà musica fino al 1911 – è riduttivo definirlo pittore, dato che il suo curriculum comprende numerose, svariate attività, tra cui anche quella di ciclista, prima di affittare, intorno al 1900, uno studio, assieme all’amico Derain, sull’isola di Chatou e dedicarsi prevalentemente all’arte.

Autodidatta, nonché sostenitore di un’arte a forte impatto emotivo, immediata e libera, scevra da forzati incasellamenti ed etichette, rifiuta a prescindere le consuete interpretazioni ideologiche e letterarie, in tal modo alimentando curiosità e corteggiamento di critici ed intellettuali dell’epoca; questi ultimi, come solitamente accade al cospetto di qualunque artista o movimento non ancora cooptato, quindi passibile di rivelarsi un potenziale appoggio o simbolo.

Ne sanno qualcosa il gruppo musicale dei Sex Pistols e i punk in generale, i quali, lungi dal dichiarare qualunque appartenenza politica, si vedevano di volta in volta sballottati a sostenere le cause più disparate, peraltro senza darsene per inteso e continuando imperterriti per la loro strada – tesero ad accostarlo alle varie correnti pittoriche del tempo, obiettivamente nemmeno con troppa convinzione.

Se inizialmente si avvicina all’Impressionismo, in seguito rimane affascinato dall’aggressività cromatica di Matisse e Derain, connotando le proprie opere in senso dinamico ed energico, a tratti violento – a volte spreme i tubetti di colore direttamente sulla tela – e mostrando un temperamento decisamente radicale.

I critici lo collocano tra i Fauves, ma poi, dopo il 1907, il suo percorso subisce un’importante svolta, avvicinandosi all’Espressionismo; un’evoluzione, tutto sommato, non troppo imprevedibile, che anzi presenta punti in comune con la base di partenza, tuttavia indicativa di uno stato d’animo perturbato, alla ricerca di una propria identità interiore.

Infine, dopo la prima guerra mondiale, matura, a ragion veduta,una visione esistenziale fortemente drammatica, il cui inevitabile pessimismo sfocia nella rappresentazione di una natura minacciosa e ostile.

L’opera riportata, Il villaggio sotto la neve, realizzata nel 1927, appartiene proprio a tale ultimo periodo, ed assurge a tipico emblema della consuetudine espressiva dell’artista, in grado di reinterpretare i paesaggi a seconda dei periodi storici attraversati.

La sua indole inquieta lo porta, nel 1941, assieme ad altri scrittori ed intellettuali francesi, ad intraprendere un viaggio attraverso la Germania nazista, tanto che durante l’occupazione collaborerà con diversi giornali, attaccando gli artisti stranieri, come Picasso; un atteggiamento che gli costerà caro nel dopoguerra, in cui si troverà ad affrontare un periodo piuttosto difficile…

Non ho chiesto niente. La vita mi ha dato tutto.
Ho fatto ciò che ho potuto, ho dipinto ciò che ho visto – Maurice de Vlaminck

Maurice de Vlaminck (1876-1958), Il villaggio sotto la neve, 1927, olio su tela, 73×92 cm., Collezione privata
Immagine: web

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