Orientarsi nella giungla della sfiducia

DI PINA COLITTA

Cosa ci porta ad orientarci nella giungla della sfiducia quando disorientati, abbiamo bisogno di trovare gli strumenti pertinenti ad investire nella fiducia di un possibile miglioramento?

Certamente la capacità la voglia di dialogare con il proprio vissuto, che potrebbe essere riesaminato, reinterpretato, riorientato in cui noi, da adulti, potremmo trovare un punto di riferimento per interpretare appunto le nostre azioni e il nostro modo di vivere.

“Orientarsi” è un dono che si fa a se stessi; un dono inteso come cura per se stessi da cui cominciare o ricominciare. Ciò accade solo quando da adulti abbiamo preso consapevolezza iniziando a vagliare sul dove ci si vuole orientare con la volontà di prendersi cura di se stessi.

Il labirinto deve essere il proprio: creare un personale labirinto aiuta a interpretare meglio la realtà che lo circonda.

Il nostro vivere diviene così un continuo formarsi verso nuovi modi di pensare e agire per raggiungere un consolidato benessere per il corpo e per la mente.

Oggi è molto difficile per noi adulti orientarsi tra vita quotidiana, esperienza, consumi economici e culturali, tra mutati assetti politici e sociali, tra smarrimento di vecchi ordinamenti, tra modelli di riferimento, un tempo modelli indiscutibili, tra diete e modelli di uomo e donna irraggiungibili; in questo labirinto poi se ci mettiamo anche malattie, tristemente conosciute ed altre sconosciute, può accadere, nella vita di ognuno di noi, di iniziare a stentare nell’accettarsi pienamente, pur comprendendo che deve essere fatto.

Il problema dell’identità è un problema complesso che incomincia dal corpo.

Il corpo è la cosa più ambigua che possa esistere ma come diceva Sartre è “l’elemento psichico” per eccellenza, non a caso tutti quando tentiamo di capire l’uomo e lo facciamo attraverso il corpo. Secondo sempre Sartre “il corpo è spirito, è la psiche e la parte più importante della psiche è il corpo” …

Parole sagge!

Grandi uomini del sapere, in passato, parlano del corpo, anche disprezzandolo. Platone, ad esempio, ne aveva paura; Aristotele per evitare ciò distingueva l’anima dal corpo, una distinzione che abbiamo fatto nostra andando avanti per secoli.

“Prima di pensare a cambiare il mondo, fare le

rivoluzioni, meditare nuove costituzioni, stabilire un nuovo ordine, scendete prima di tutto nel vostro cuore, fatevi regnare l’ordine, l’armonia e la pace. Soltanto dopo, cercate delle anime che vi assomigliano e passate all’azione.” Platone

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