Paola Turci, femminile singolare

DI GINO MORABITO

Un padre comunista, una madre giudicante e una sorella vagamente ingombrante. Il rapporto complesso e articolato con la bellezza, la continua ricerca e l’ostinato fuggire da essa, le insicurezze, l’ironia, gli incontri e le esperienze che fanno di lei la donna che è oggi.

Paola Turci si mette a nudo con un monologo che porta sul palco uno dei più grandi insegnamenti che la vita le ha regalato: qualunque cosa accada… ‘Mi amerò lo stesso’. Per la regia di Paolo Civati, in scena al teatro fino al 22 marzo 2024.

Tra momenti da stand-up comedy, toccanti ricordi personali e canzoni accompagnate dall’inseparabile chitarra, lo spettacolo è un estratto dell’autobiografia pubblicata nel 2014.

«Tutto nasce dalla necessità di smascherare me stessa, il dover ammettere pubblicamente che non avevo ancora superato il trauma dell’incidente portandomi dietro delle cicatrici.»

Ha cambiato vita molte volte. Tra città, case, connotati, uomini e donne.

«Riflessa nello specchio vedo una donna che serba intatto il suo spirito fanciullesco. Una persona curiosa di conoscere cosa c’è là fuori, alla continua ricerca del confronto.»

Paola Turci si riaffaccia sulla sua storia mettendo in gioco le fragilità e in discussione le certezze.

«Oggi non sono più spaventata. Vivo appieno la mia vita e assaporo quei brevi istanti di felicità che sono chiarissimi e meravigliosi.»

Un’artista raffinata che non ama cantare del banale amore, a meno che non si tratti di un concetto più universale.

«‘Una danza intorno al sole’ è la definizione dell’amore secondo me più calzante.»

Grinta, talento, determinazione e il suo volto come una metafora: è lo sguardo destro e quello sinistro.

«All’orizzonte vedo un nuovo disco dove ho ritrovato finalmente il mio suono. Ci lavoro già da alcuni anni ed è arrivato il momento di farlo ascoltare.»

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