Peder Severin Krøyer, Summer day at Skagen South Beach

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Peder Severin Krøyer figura tra gli artisti più amati della cerchia, a volte denominata confraternita, dei Pittori di Skagen, movimento artistico danese.

Particolarmente dedito ai viaggi, ed ansioso di entrare in contatto con la maggior varietà di esperienze artistiche possibile, Krøyer conosce gli Impressionisti francesi, i quali influiranno notevolmente sulla sue tendenze e modalità espressive; comunque dotato di inusitata originalità, non manca di caratterizzare le proprie opere tramite squisiti dettagli personalistici in grado di provocarne l’immediato effetto empatico.

Nell’arco della sua vita, soprattutto intorno al 1880, grazie a diversi viaggi in Europa, ha modo di entrare in contatto con innovative espressioni artistiche, da cui mutua scenari e tecniche pur mantenendo alcuni elementi di squisita dimensione personale, cui non difettano scene reali di autentica quotidianità.

In Roses, ad esempio, il pittore raffigura la moglie, seduta su di una sdraio ed assorta nella lettura di un libro, immersa in un paesaggio di rose, quasi invadenti nella propria rigogliosità, tali da provocare una discreta sensazione di inglobamento, ma funzionali alla veridicità della scena, ispirata alla casa che Krøyer, e la moglie Marie, avevano effettivamente affittato, in Danimarca, nei dintorni di Skagen, come da diffusa e nota fotografia, pressoche’ identica, inoltre confermata dalla presenza in entrambe del cane Rap, di proprietà della coppia.

Un fascino artistico, quello tipico di Skagen, tra l’elegante e il selvaggio, che non ha mancato, nel corso degli anni, di ritrovarsi oggetto di studio e rappresentazione da parte di importanti artisti.

Krøyer, in particolare, come emerge anche dal dipinto riportato, riesce ad estrapolarne la suggestiva luminosità della spiaggia, solitamente percepibile nei mesi primaverili ed estivi, tuttavia corredandola di un cielo insolitamente connotato, in grandiosa fusione con il giallo dorato della sabbia.

E se mostrando le sere d’estate sulla spiaggia meridionale in cui sceglie di rappresentare i propri ricordi – passeggiate al chiaro di luna in contesti pacati e tranquilli ai limiti del malinconico – dichiara una pace pervasiva, ammesso che di tale sentimento si tratti, finisce poi per attribuire ad altri dipinti contesti e atmosfere ai limiti del magico.

Tentando di cogliere momenti perfetti, sospesi in oniriche scene romantiche, che talvolta vorrebbero essere notturne ma non riescono a diventarlo sia a causa della luminosità che dell’atteggiamento dei protagonisti, questi ultimi troppo eleganti e raffinati per sfoggiare comportamenti anticonformisti, non manca sovente di ancorare materialmente le scene alle concrete presenze della moglie o di altri personaggi conosciuti e identificabili, non ultimo, appunto, il piano di realtà dalla presenza del cane, simbolo di domestica fedeltà, il cui colore scuro spesso ne fissa l’adesione ad un piano non immaginario.

Una giornata estiva sulla spiaggia meridionale di Skagen, che l’artista realizza nel 1884, non raggiunge i livelli di altre sue opere in cui i personaggi risultano precisamente identificabili – celebre, il dipinto che Krøyer, dopo aver partecipato ad una festa a casa del collega Michael Ancher, completa in circa quattro anni, basandosi prevalentemente su di una serie di fotografie della location, oltre alle immagini di un’altra abitazione pressoché analoga dell’amico.

Egli avrebbe desiderato completare il dipinto dal vero, ma l’insofferenza di Ancher, poco propenso ad avere gente intorno se non in circostanze specifiche, dato che considerava la propria tranquillità fondamentale e qualunque elemento in grado di turbarla, fosse anche un amico-collega, difficilmente veniva tollerato, l’avevano indotto a ripiegare su surrogati – ma palesa comunque uno di quei contesti evidentemente congeniali all’autore, il quale si cimenta in qualcosa di simile anche in All’ora di pranzo, in cui riprende il medesimo stile mostrando un contesto conviviale seppur non particolarmente intimo, ma nemmeno dispersivo.

Nulla a che vedere con la rusticità di Colazione a Sora, in cui cui le tinte forti non vengono qui assolutamente riprese, e l’ambiente altrimenti gioiosamente roboante e coinvolgente risulterebbe in netto contrasto con una volontà di profonda, fascinosa resa delle naturali tonalità nordiche, quasi fredde nella propria determinata ingerenza personale e artistica, ma oltremodo in grado di configurare la sospesa nostalgia di un tempo lentamente intento a trascorrere, simile ad una clessidra matericamente legata alla spiaggia rappresentata.

Senza dimenticare, come evidenziato da Jameslucasit, su Instagram, il fascino incredibile di quella punta estrema del nord della Danimarca, forse anche per questo tanto cara agli appartenenti alla cerchia artistica di Skagen, in cui il Mar del Nord e il Mar Baltico si incontrano senza tuttavia fondersi: le differenti composizioni di salinità, temperatura e densità, non ne permettono la commistione, creando un confine naturale il cui effetto risulta sbalorditivo e stupefacente.

Molto interessante, e coinvolgente, anche la considerevole consistenza delle figure umane, fuggevole presenza non ignorabile, in grado di contestualizzare protagonismo e ruoli, rendendo percepibile un paesaggio altrimenti troppo fugace…

Peder Severin Krøyer (1851-1909), Summer day at Skagen South Beach, 1884, olio su tela, 154.5×212.5 cm., Copenaghen – Hirschsprung Collection
Immagine: web

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