Perdonare: non semplice ma possibile

DI FRANCO FRONZOLI

Ho trovato nel perdono un valore aggiunto alla vita, qualcosa di inestimabile, di intenso, di gioioso.

Non è facile, ma possibile.

Il perdono nutre l’anima, tranquillizza il cuore, rasserena i rapporti sociali, aumenta il livello di dignità.

Non si coniuga il perdono con la rivalsa, con la vendetta, con il restituire l’offesa.

Il perdono è limpido, colorato, profumato, resistente.

Si erge al di sopra delle rivalse, stringe le mani e avvicina, non allontana.

È un atto di valore assoluto: è come il ricevere una bottiglia di acqua in un deserto, come uscire dalla cupezza esistenziale.

Abbiamo bisogno di perdono, un bisogno illimitato.

Il perdonare deve essere concepito come un atto rivoluzionario, socialmente rivoluzionario.

Una famiglia sarà sempre più forte ed unita se si professa il perdono al suo interno, facendo sì che la comprensione, la pazienza, il rispetto, siano sempre al centro degli insegnamenti.

Che cosa ci può essere più significativo e remunerativo moralmente di vedere un nemico diventare amico, per il solo gesto del perdono?

Se viviamo in un tempo di conflitti armati, sociali, politici ed istituzionali è perché non si conosce il significato del perdono, ma si fa sempre primeggiare  la rivalsa, la diaspora, la conflittualità.

Fu preferito Barabba a Gesù, tra il bene ed il male  siamo abituati a scegliere il male.

Mio padre mi diceva : “quando sei in difficoltà, triste e smarrito, perdona un tuo nemico ti sentirai meglio” .

Ecco, il perdono è uno dei sentimenti più importanti  perché riesce a scavalcare l’odio, l’intolleranza, la cattiveria, lasciando il posto alla serenità dell’anima…

Immagine tratta dal web

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