Pietro Marussig, Fanciulla alla Toilette

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Il pittore triestino Pietro Marussig appartiene ad una famiglia benestante di agiati commercianti, in cui il padre è collezionista d’arte ed il nonno, pittore dilettante.

Caratteristiche supportate dall’ambiente letterario e romantico della Trieste di fine secolo, che influenza non poco vita e attività dei giovani artisti.

Marussig esordisce come ritrattista, dedito a raffigurazioni originali caratterizzate da intense valutazioni psicologiche. In seguito, avendo la possibilità di viaggiare attraverso l’Europa, entra in contatto con nuovi movimenti e avanguardie.

Si avvicina alla Secessione viennese, ma ha anche la possibilità di studiare Impressionisti e post-Impressionisti, nonché di frequentare Carrà e Sironi.
Un caleidoscopico mix di stili e culture, destinato a lasciare il segno su di un percorso artistico rivelatore di un curriculum variegato, a tratti esuberante.

Risulterà, inoltre, tra i fondatori del gruppo Novecento, riunito attorno alla figura di Margherita Sarfatti, insieme allo stesso Sironi, Anselmo Bucci, Emilio Malerba e altri.

Nel 1906 acquista una villa padronale presso la città natale, che diventa ben preso luogo di ritrovo per parenti ed amici ansiosi di partecipare ad un convivio vitale e spumeggiante, con l’ulteriore possibilità di cimentarsi nella pittura en plein air, incentivata dagli splendidi paesaggi visibili.

Autunno, opera realizzata nel 1924, si ispira ad importanti capolavori del passato, ben visibili sia nella figura che regge il vassoio sulle gambe che in quella che porta il vaso sulla testa. Gli stessi oggetti presenti ricordano le nature morte del Seicento, mentre la finestra retrostante si ricollega ad alcuni dipinti del Quattrocento.

Occorre tenere presente come la Prima Guerra Mondiale interrompe le sperimentazioni delle avanguardie, e ciò che viene in seguito mette in scena una sorta di ‘richiamo all’ordine’, riprendendo una celebre definizione del poeta Jean Cocteau – suo il libretto del balletto Le jeune homme et la mort, coreografato da Roland Petit e cavallo di battaglia dell’étoile Jean Babilée, poi interpretato, tra gli altri, anche da Rudolf Nureyev e Zizi Jeanmaire – secondo immagini palesemente solide e stabili in grado di riscoprire con chiarezza la centralità della figura umana.

In contrasto con la frenesia del Futurismo, si avverte l’esigenza di riportare l’arte ad un rigore originale in linea con i valori tradizionali di quella classica.

Le pose rigide e calcolate rendono i protagonisti statuari, e Marussig ne darà dimostrazione nel 1935 con La lettrice, clamorosamente influenzato da Il pensatore, di Auguste Rodin, ma anche con l’opera proposta.

Fanciulla alla toilette, consueta espressione di quella tematica di ritorno alla vita borghese che l’autore riesce ad esprimere in un’ottica unica: declinando, nelle parole di Massimo Paniccia, presidente della Fondazione CRTrieste, in maniera personale e innovativa i modi di un postimpressionismo dalla ricca vena cromatica, capace di piegare al proprio estro sia la visione del personaggio che quella degli interni…

Pietro Marussig 1879 – 1937
Fanciulla alla Toilette (1928)
Olio su tela (100 x 78 cm)
Collezione Privata

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