Quando essere resilienti?

DI PINA COLITTA

Termine spesso usato in psicologia, ma poco serve, ed è poco congeniale a persone che sono già in crisi e che hanno subito un trauma, quando cioè si deve attivare una terapia a posteri nei confronti di qualcuno che “sull’orlo di una crisi isterica”, chiede aiuto.

Esiste, allora, una psicologia preventiva?

Certamente che esiste ed è quella che mira a dar fiducia e ad attivare quei meccanismi che possono trasformare ogni individuo terapeuta di sè stesso.

Onestamente non comprendo la resistenza da parte di molti, al confronto, attraverso una bella chiacchierata con uno psicologo, un consulente o qualsiasi altro esperto in disagio personale e dell’animo.

Dico per me e per le mie competenze di consulente: far conoscere questi meccanismi è già un primo passo per poterli utilizzare quando se ne presenta la necessità di mettere in atto quella che è l’arte di risollevarsi.

Il “materiale umano” è talmente vario che non esiste una modalità di affrontare le difficoltà identica per tutti. Ci sono persone che crollano d fronte a difficoltà di media entità e persone che riescono a resistere ad esperienze che per altri potrebbero essere coercitive. E, quindi, di cosa parliamo in sintesi?

Parliamo di persone deboli e persone resistenti.

La resilienza è di fatto presente in ogni individuo a seconda delle circostanze, delle caratteristiche individuali, delle memorie personali delle esperienze passate, dell’influenza più o meno incisiva di persone incontrate nel corso della vita.

La resilienza è, infatti la capacità di trarre dalle esperienze negative insegnamenti utili, senza lasciarsi abbattere o spaventare più del necessario.

In pratica cosa vuol dire essere resilienti?

Si è resilienti anche quando ci si abitua a rimanere lucidi, in qualsiasi esperienza dolorosa e sofferta che sia, senza lasciarsi abbattere in modo catastrofico. Questo aiuta a riuscire a vivere le esperienze con le dovute differenze per poi affrontarle in modo diverso e strategie diverse, senza lasciarsi fagocitare.

Il ricordo di un momento negativo, qui e ora, non necessariamente deve essere affrontato come in passato, con modalità che hanno portato magari, in quel dato momento e solo allora, ad un enorme dispendio di energia e crollo delle certezze.

Ma chi è in realtà la persona che chiede aiuto?

Solitamente e’ quella persona che ha trasformato certe paure infantili in fobie che, diventando croniche, suscitano reazioni eccessive.

Una fobia è impossibile possa essere amica se spesso si imprime nella memoria, genera angosce che interferiscono con la capacità individuale di fronteggiare le situazioni e di compiere scelte razionali!

“Quando la vita rovescia la nostra barca, alcuni affogano, altri lottano strenuamente per risalirvi. I latini con il verbo “resalio” indicavano il gesto di tentare di risalire sulle imbarcazioni rovesciate, ecco perché oggi in psicologia con resilienza s’intende la qualità di chi non perde mai la speranza e continua a lottare contro le avversità.”

Valter Giraudo

Immagine tratta da Pixabay

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