Quando non funzionava il televisore

DI GIOVANNI BOGANI

 

Lo capisco, solo adesso lo capisco. Solo adesso capisco come stavi male quando non funzionava il televisore.

Spesso era una cosa da niente, bastava premere un tasto e tutto tornava a posto.

Ma per te – che quel tasto non lo sapevi premere – era una tragedia, era perdere il contatto con la realtà, l’unica realtà che vivevi ventiquattro ore su ventiquattro, la realtà della televisione.

Le persone con cui dialogavi dentro di te: Carlo Conti, Amadeus, Maurizio Costanzo, quelli che stavano in mezzo a una stanza a parlare per ore nel Posto al sole.

Perdevi il teatrino che ti permetteva di vivere in un tempo sempre uguale, un tempo indolore. È indolore il tempo che la tv fa scivolare, mentre tuo figlio era zampate di bestia ferita e imprevedibile.

E gli altri erano figure svanite nel nulla, le tue amiche erano figurine lungo un nastro trasportatore, che a una a una cadevano giù nell’abisso. Sfilavano, come valigie in un carousel dell’aeroporto, e in fondo c’era una buca.

Così, per te, che a messa non andavi, e pettegolezzi non ne facevi, c’era solo la tv. E quando la tv si fermava, quando non si apriva quella finestra colorata, quelle poche trasmissioni che ti davano il ritmo al cuore, il tuo cuore andava nel panico, impazziva, si disfaceva di struggimento, di paura, ti scoppiava, disorientato.

Come ho fatto a capirlo? Perché stasera è successo a me.

Sono solo, qui, come sei stata tu per tanti anni. Per me, in fondo, sono solo pochi mesi che vivo parlando con la televisione. E stasera ha smesso di rispondere.

Guardavo un documentario sulla fine della Seconda guerra mondiale, la battaglia di Bastogne, i soldati americani mandati a morire sotto l’assedio tedesco, i soldati tedeschi mandati a morire nella neve, sotto i bombardamenti degli Alleati. E poi più nulla.

Le ho provate di tutte, non sto a raccontarti i particolari, ho cercato su Internet chi aveva avuto lo stesso problema mio, ci ho provato da mezzanotte alle quattro, quando non puoi chiamare nessuno, forse solo in California mi risponderebbero, ma non ho amici esperti di televisori in California.

E così sono rimasto in questa casa, diventata solo muri, e un computer che si era disconnesso e non tornava più nel mondo.

E poi mi è venuto in mente: ma perché quella scatolina che dà internet in tutta la casa, quella che adesso è rotta ma che mi ha connesso col mondo tante e tante volte, perché non l’avevo messa anche a casa tua? Come ho fatto a non pensarci? Tu non potevi saperlo, che cosa ti avrebbe dato di buono. Ma io sì.

 

    

 

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