Renato Guttuso, Carretto con cavoli

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

La Sicilia in un dipinto, la Sicilia nell’anima.
La tenacia di Guttuso nel rappresentare ciò che da sempre tocca le sue corde più profonde, appare particolarmente evidente in un dipinto come Carretto con cavoli (Carretto siciliano con i funerali di Togliatti) in cui l’artista siciliano pare voler concentrare l’amore viscerale per una terra passionale e l’impegno politico di un episodio sul quale ritorna altre volte, non tanto descrivendo quanto comunicando.

L’indubbio impatto visivo dei cromatismi fiammeggianti, ovvio risultato di una immensa cultura legata sia ai movimenti avanguardisti che all’arte popolare, si scioglie in una rappresentazione teatrale che riunisce colori e soggetti della Vucciria con un argomento di forte impatto sociale come i funerali di Palmiro Togliatti.

Un episodio, quest’ultimo, che colpisce profondamente sia l’uomo che l’artista, e lo condurrà al seguito del feretro tra quel milione di persone accorse a Roma per rendere omaggio al segretario del Partito Comunista, per poi celebrarne direttamente le esequie in una grande tela – circa quattro metri per tre – in cui Guttuso procede oltre il tempo e lo spazio, a significare e sottolineare l’atemporalità di un evento destinato a rimanere scolpito nella memoria indipendentemente dalle idee politiche di ciascuno.

Nonostante l’aperta ostilità alla cerimonia sia da parte della Chiesa, che in occasione del passaggio del corteo funebre chiuderà la Basilica di San Giovanni, simbolico monito di silenziosa disapprovazione, e il rifiuto da parte della televisione di Stato di trasmettere la cerimonia.

Guttuso desidera rappresentare ciò che ai suoi occhi, e di molti altri Italiani, rappresenta comunque un momento di destabilizzante sgomento, e infatti nel suo quadro compaiono istituzioni, personalità, intellettuali e gente comune: un poderoso affresco di sentito omaggio, la cui democratica dedica si fissa con intensa caparbietà alla volontà di esprimere senza nulla nascondere.

Anni dopo, in occasione dei funerali di Enrico Berlinguer, saranno i Modena City Ramblers a comporre quella che a tutt’oggi viene considerata una delle canzoni più belle mai dedicate ad un leader politico indubbiamente molto amato.

E come nella Vucciria, caotico turbinio di merci, venditori e visitatori che animano una scena incredibilmente forte e mai confusionaria, Guttuso raccoglie i suoi elementi favoriti e li utilizza per comporre uno spaccato della sua vita e delle sue convinzioni, piazzando i grandi cavolfiori a corredo della scenografia.

Quasi a ricordare le antiche rappresentazioni religiose in cui frutta e ortaggi spesso accompagnavano la presenza della Vergine col Bambino, tanto da apparire talvolta ai limiti dell’irriverenza, e costruisce un grande palco teatrale su cui si muovono gli appassionati figuranti di una rappresentazione estremamente popolare.

Il dramma consumato, accompagnato da una prorompente gestualità non poco accentuata dall’abbigliamento dei protagonisti, si sposa alla pertinente presenza degli aguzzi stendardi, effettivamente tanto simili alle composizioni di peperoncini onnipresenti nei mercati del Sud.

Un’atmosfera che Guttuso costruisce in maniera simil spettacolare, per raccontare quanto accaduto ma soprattutto per descriverne l’inarrestabile influenza sul suo animo, che si evince chiaramente da ogni elemento in grado di essere visto e recepito, nel contesto di un oggetto iconico come il carretto siciliano, da semplice mezzo di trasporto contadino e folkloristico ben presto assurto a vera e propria opera d’arte mediterranea, elevato dagli stessi stilisti Dolce&Gabbana a prezioso motivo conduttore di sfilate e scenografie…

Renato Guttuso (1911-1987), Carretto con cavoli (Carretto siciliano con i funerali di Togliatti), non datato, olio su tela, 142×130.5 cm., Collezione privata
Immagine: web

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