Ricordi

DI LAURA RUSSO

Ne ho pochi, davvero pochi di ricordi con te.
Avrei voluto più tempo per farne altri.
Quei pochi sono sempre più offuscati dalla nebbia del tempo.
A volte però un odore ne fa riemergere qualcuno.

Amo camminare tra gli scaffali del fai da tè, colle, pitture, pennelli e attrezzi vari.
Quell’odore di legno mi porta in falegnameria dove i trucioli facevano quelle piccole montagne mentre il legno veniva tagliato.
L’odore del ferro mi ricorda i tiretti di legno
quadrettati, con le viti divise per misura e le matasse di canapa che sfilavo nel negozietto impolverato dell’idraulico, mentre tu parlavi di lavoro.

I timbri con cui impiastricciavo i fogli
sulla scrivania del ragioniere, mentre voi parlavate di numeri cercando di far quadrare i conti.
La calce poi appena fatta…che odore….
impastarla con la cazzuola nella cardarella.
Mi perdevo a guardare quasi ipnotizzata
la molazza che girava….che gioco stupendo, mentre tu controllavi come procedevano i lavori.
Quell’infinita’ di colori da miscelare nel secchio della tempera.
Aggiungi una goccia e poi un’altra ancora…mescola e aggiungi un’altra e…va bene il colore è questo, si può dipingere .

Dopo una interminabile giornata, il tuo lavoro continuava, non avevi il tempo e la forza per giocare con quell’ultima figlia arrivata un po’ tardi per la testardaggine di tua moglie.
Dovevi pianificare il lavoro per il giorno dopo,
eri stanco ma ero con te….mi volevi con te. Passavo come un fagottino dalle ginocchia di un operaio all’altro, mentre si continuava a parlare di lavoro.

Di alcuni ricordo ancora il viso rugoso e cotto dal sole con i loro abiti da lavoro impolverati, le grosse scarpe imbiancate e quell’odore di cemento secco .
Oggi quando guardo gli operai passare da un ponteggio all’altro come acrobati senza nessun timore…mi incanto a guardare la loro maestria e la capacità di lavorare con disinvoltura a metri di altezza incuranti del pericolo.
Forse ho sentito tanto parlare di tubolari, mattoni, putrelle, travi, ponteggi, tavelle etc…che trovo emozionante quando vedo una nuova costruzione nascere….ha un non so ché di magico.

Quando ritornavi prima per il brutto tempo o perché non avevi lavorato, la tua merenda era la mia, ricordo ancora il sapore di quel pane farcito, che non ho più assaporato.
Quando poi, avevi un po di tempo libero, c’erano i tuoi tanto amati film di guerra. Mi sedevo al tuo fianco su quelle enormi poltrone di velluto rosso e alzando lo sguardo guardavo aprirsi magicamente il soffitto che faceva vedere il cielo stellato ed entrare l’aria fresca della sera.
Se chiudo gli occhi mi sembra di vederti, con la luce dello schermo che illuminava il tuo volto …il tuo volto sorridente.

Il mondo era tutto lì, le stelle a farmi da soffitto, il morbido velluto rosso su cui incrociare le gambe e la mia mano nella tua.
La domenica si ascoltava la partita alla radio con la telecronaca del mitico Ciotti e il pomeriggio in giro trascinati dall’instancabile moglie, in tour tra parenti e amici ed io sempre al tuo fianco, ad ascoltare i cosiddetti discorsi da “uomini”.
Forse non saranno i ricordi tipici di una bimba, alle bambole preferivo i mattoni e alle pentoline, il metro di legno, la livella e la matita spuntata con il coltello, ai discorsi di piatti o vestiti preferivo quelli di politica e di lavoro, ma sono quelli
di te e me insieme …ed io li adoro.

Stavo al tuo fianco e tra un discorso e l’altro il tuo abbraccio, la tua carezza e uno sguardo complice come per chiedere, tutto ok…hai bisogno di qualcosa..ti sei stancata.
Pochi ricordi ma intrisi di amore e adesso dopo tutto questo scrivere, mi è venuta una gran voglia di…
Di fare una passeggiata …una lunga passeggiata …dove?
Reparto falegnameria, idraulica o …vabbè li faccio tutti …potrei perdermi qualche ricordo.

©® Copyright foto di Laura Russo

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