Così è arrivata anche nell’Isola, la variante inglese: più contagiosa e letale.
E non potremo dare la colpa ai cinesi, ai migranti, ai continentali e ai rettiliani, perché i primi casi sardi sono proprio registrati fra nostri conterranei.
A maggior conferma che la Sardegna è parta del Mondo globalizzato come tutti gli altri e che sigillarne i confini è al massimo un sogno per creduloni, non qualcosa di realmente possibile.
E non hanno colpa alcuna, coloro che hanno contratto la variante del virus, magari sul lavoro (come pare sia capitato al militare della Brigata Sassari di ritorno dalla missione in Libano) e speriamo che guariscano presto, loro e gli eventuali contagiati.
Purtroppo capita proprio mentre la propaganda della Regione veicolava la vana speranza che saremo finiti in zona bianca, dando adito a comportamenti meno attenti, capita mentre non si schiodano dall’esiguità dei numeri i dati dei vaccini (e si tratta di un vero scandalo), capita dopo un anno si combattimento, che ci vede tutti sfiancati, nelle tasche e negli animi.
E questo preoccupa ancora di più.
Perché ci si sente davvero soli e circondati da messaggi contraddittori e troppe lentezze, inefficienze, incompetenze, annunci e inutili polemiche.
Da oggi dovremo stare ancora più attenti: per i nostri cari, per noi stessi, per le altre persone.
Questa è la verità.
E una cosa va detta adesso: se è utile e necessario chiudere tutto, un lockdown rigido, lo si faccia ora, subito.
Non quando tutto sarà (di nuovo) compromesso.
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