Scuola. Compromesso nel governo: slitta la riapertura delle superiori dal 7 all’11 gennaio

di Salvatore Salerno

LA RIAPERTURA DELLE SUPERIORI E’ AFFIDATA NEI FATTI A REGIONI E SINDACI. COMPROMESSO NEL GOVERNO. CAMBIA POCO E NIENTE TRA GIOVEDI’ 7 E LUNEDI’ 11 GENNAIO.
Si comincia a ragionare nel governo, ma non abbastanza. Approvato un timido spostamento dal 7 all’11 gennaio che resta nel solco della propaganda e della mediazione politica di basso livello. Non basterà e aggiunge caos al caos per docenti e famiglie a causa della testardaggine di un Ministero che non ascolta nessuno ed è da riformare, a partire dai suoi vertici nazionali e regionali. C’è da evitare che gli altri ordini di scuola siano penalizzati e considerati solo pericoloso babysitteraggio con relativa umiliazione dell’azione educativa e pedagogica. Dall’infanzia alla secondaria di primo grado c’è da fare una profonda riflessione su classi pollaio, carenza di personale e docenti, misurazione all’ingresso e in uscita, test scientifici di tracciamento, studi epidemiologici seri e poi vaccini, nuovi spazi da trovare, trasporti nelle città metropolitane… Quello che il Ministero Istruzione non ha fatto da marzo. 

Tutto questo se si vuole fare scuola e non considerarla un parcheggio utile solo a permettere ai genitori di andare al lavoro. Rivedere in queste famiglie con entrambi i genitori che lavorano (ma non c’era un tasso di disoccupazione, soprattutto femminile alto in Italia o no?). Il governo intervenga dove c’è il bisogno con ristori e bonus baby sitter anche per questa eventuale esigenza. Alleanza M5S e IV, cioè Azzolina e Renzi, come previsto, in Consiglio dei Ministri. 
Di Renzi sappiamo dei suoi obiettivi di destabilizzazione del governo per contare più di quanto gli spetterebbe dal consenso degli italiani, ma non si capisce per chi e per cosa lavora una parte del M5S, quella che sostiene la 107 in combutta con gli interessi economici e aziendalistici.
Il Presidente Conte, che gode ancora della fiducia e del gradimento degli italiani, il PD, Leu e, naturalmente, anche l’opposizione, tengano fuori dalle diatribe politiche la scuola pubblica, non cedano al mantra delle scuole sicure fondato sul nulla e ampiamente smentito, non costringano Presidenti di Regione o Sindaci a chiudere tutte le scuole, come succederà, anche dopo l’11 giugno, fino al 18 e anche oltre
Tutti vogliamo la riapertura in presenza, nessuno ha l’esclusiva di un sentire comune che qualcuno arbitrariamente si è intestato con la retorica e niente fatti concreti per crearne le condizioni minime. Solo i dati veri della diffusione del contagio, anche nelle scuole o dalle scuole, la tutela della salute pubblica, devono guidare l’azione di governo
Si sappia e si diffonda che edificio scolastico chiuso non significa docenti, ds e personale in ferie, lavorano più di prima in modalità smart working, per quanto possibile, cercando di raggiungere ogni alunno e studente, ogni giorno. Forse Dad o DDI sono acronimi che per molta parte dell’opinione pubblica non significano niente, è a tutti gli effetti lavoro a distanza, nella scuola più faticoso che in ogni altro settore. 
E’ intollerabile che sulla scuola o sulla sanità pubblica qualcuno sia disposto ad ignorare un virus bastardo che si nasconde negli asintomatici, grandi e piccini, per costruirsi una carriera politica personale o di parte. Se oggi il governo è impegnato in una verifica politica e nella programmazione degli interventi derivanti dai fondi europei, non si trascurino questi due settori e, soprattutto, si lascino fuori da ogni strumentalizzazione che può fare solo male, si agisca e si mettano le risorse dovute.
 
Chi dei partiti e movimenti non è colpevole sulle carenze di ieri e di oggi scagli la prima pietra.
E’ il solo modo per evitare che tutto rimanga nella retorica vuota di qualche esponente del governo e dell’opposizione che se la cava con la priorità della scuola o delle scuole sicure. Sono affermazioni false l’una e l’altra. E non c’è confronto europeo che tenga.

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